Nel 2026, Assisi si prepara ad accogliere un evento di profonda risonanza spirituale e culturale: l’ostensione delle spoglie mortali di San Francesco.
L’annuncio, formulato dal custode del Sacro Convento, frate Marco Moroni, durante la conferenza “San Francesco, un’esplosione di vita”, segna l’apice delle celebrazioni per l’ottavo centenario della sua morte, un’occasione per rileggere l’eredità di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cristianesimo e sulla coscienza italiana.
L’ostensione non è concepita come una mera esposizione di resti, bensì come un percorso iniziatico, un *via lucis* che guida il visitatore a immergersi nel significato profondo della vita francescana.
Un itinerario spirituale, delineato e descritto sul sito sanfrancescovive.
org (già attivo e in fase di arricchimento a partire dal 4 ottobre), che accompagnerà i pellegrini attraverso le tappe fondamentali del messaggio di Francesco, dalla sua radicale rinuncia ai beni materiali alla sua profonda comunione con la natura, fino all’affermazione della fratellanza universale.
La necessità di una prenotazione, annunciata da frate Moroni, riflette la volontà di gestire al meglio l’afflusso di fedeli e di creare un’esperienza contemplativa e partecipativa, lontana dalla superficialità del turismo di massa.
L’impegno del Comitato nazionale per l’ottavo centenario va oltre la celebrazione di un anniversario; si tratta di un progetto di riscoperta e di rivitalizzazione dei valori francescani, elementi costitutivi dell’identità italiana.
L’eredità di San Francesco non si esaurisce nei confini religiosi, ma si radica profondamente nel tessuto sociale e culturale del Paese, influenzando il modo di vivere, il pensiero e l’arte.
La sua figura trascende le divisioni ideologiche e religiose, incarnando un ideale di pace, solidarietà e inclusione che continua a ispirare.
L’istituzione di San Francesco come festa nazionale, sottolineata da frate Moroni, rappresenta un’opportunità significativa per il Paese: non solo un giorno di riposo, ma un momento di riflessione e di rinnovamento.
Un’occasione per recuperare i principi fondamentali di un’etica profonda, per promuovere il dialogo interreligioso e la cura del creato, per rafforzare la coesione sociale e per affrontare le sfide del nostro tempo con un approccio improntato alla compassione e all’accoglienza.
San Francesco, in definitiva, offre una via di riconciliazione e di speranza, un invito a riscoprire la bellezza e la sacralità della vita, in armonia con se stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda.
Il 2026 si preannuncia, quindi, un anno di grazia per Assisi e per l’Italia intera, un’occasione per accogliere il messaggio universale di un uomo che, a distanza di otto secoli, continua a illuminare il cammino dell’umanità.