La recente sentenza del Tribunale di Perugia apre un inedito scenario nell’ambito del sovraindebitamento familiare, segnando una pietra miliare nell’applicazione della legge fallimentare.
Una famiglia composta da tre figli, gravata da un debito di 81.
000 euro, ha visto la propria situazione regolarizzata attraverso un’esdebitazione familiare allargata, un provvedimento giuridico di eccezionale portata.
L’ordinanza, emessa dalla terza sezione civile, è stata motivata dalla convinzione che la radice del sovraindebitamento, in questo caso, fosse condivisa dai genitori, rendendo inutile la procedura se limitata a uno solo di essi.
La decisione riflette un approccio interpretativo innovativo, che supera le prassi consolidate, ponendo l’attenzione sulla natura interconnessa delle difficoltà economiche all’interno del nucleo familiare.
La vicenda, ricostruita nel dettaglio dal giudice, rivela una spirale di avversità che ha colpito la famiglia.
La perdita del lavoro del padre, seguita da un infortunio che ha comportato l’invalidità, il fallimento di un’impresa, e l’inagibilità dell’abitazione a seguito del sisma, hanno creato una situazione di estrema fragilità.
Le magre risorse derivanti da un contratto a tempo determinato della moglie (1.
400 euro mensili per dieci mesi, integrati dalla Naspi) e l’assegno di invalidità del marito (600 euro) unitamente all’assegno unico per tre figli, si sono rivelate insufficienti a garantire una vita dignitosa, costringendo la famiglia a ricorrere all’assistenza della Caritas.
L’avvocato Francesco Maiorca, con il sostegno e l’impegno di Carlo Orlando, gestore dell’Organismo di Composizione della Crisi, ha guidato la famiglia attraverso la complessa procedura.
Il giudice, in una decisione che molti esperti definiscono un avanzamento interpretativo significativo, ha ritenuto non rilevanti le obiezioni sulla “meritevolezza” della famiglia, riconoscendo che i debiti non erano stati contratti in modo sproporzionato rispetto alle loro reali capacità economiche.
Questo elemento è cruciale, poiché la legge prevede una valutazione della condotta dei debitori per accertare la loro responsabilità nel sovraindebitamento.
L’esdebitazione familiare, tuttavia, non rappresenta una tabula rasa definitiva.
In linea con la legge, l’Organismo di Composizione della Crisi ha imposto alla famiglia l’obbligo di presentare, entro il 31 dicembre dei prossimi tre anni, una dichiarazione aggiornata della propria situazione reddituale, patrimoniale e occupazionale.
Questa rendicontazione è accompagnata dall’impegno a provvedere al pagamento di eventuali utili sopravvenuti a favore dei creditori, garantendo un equilibrio tra il diritto alla reintegrazione finanziaria della famiglia e la tutela dei diritti dei creditori.
La sentenza, lungi dall’essere un caso isolato, potrebbe aprire la strada a un’applicazione più ampia dell’esdebitazione familiare, offrendo una possibilità concreta di ripartenza per numerose famiglie gravate da debiti insostenibili e colpite da eventi avversi.