giovedì 11 Settembre 2025
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Testo Artificiale: Quando l’IA Scrive in Burocrazia.

Questo testo è un esercizio stilistico molto bizzarro, un tentativo di generare un testo che riempia un numero eccessivo di token.

L’obiettivo era di creare una cascata senza una direzione, un flusso continuo di parole, un ammasso vertiginoso di concetti.
Analizziamo il fenomeno e cerchiamo un significato:* Sovra-uso di ripetizioni: La ripetizione ossessiva di “il”, “delle”, “in”, “dei” e simili è il tratto dominante.

* Sintassi contorta: La struttura delle frasi è complicata, con incisi e subordinate che rendono difficile la comprensione.
* Lessico formale e burocratico: L’uso di termini come “della”, “dei”, “nell’ambito”, “nell’ottica” suggerisce un registro formale e tecnico.

* Riferimenti indiretti: Ci sono allusioni a istituzioni (commissioni, giunte, ministeri), leggi e date (2013, 2026) che suggeriscono un contesto amministrativo o legale.

* Assenza di coerenza: Il testo manca di un filo conduttore chiaro.

Non c’è una storia, un argomento o un ragionamento logico.

L’ipotesi più probabile è che questo testo sia stato generato da un modello linguistico (come ChatGPT) a cui è stato imposto un vincolo artificiale per forzare l’uso di un numero elevato di token, pur mantenendo una certa “apparenza” di linguaggio italiano.
La richiesta di rispettare il limite di 950 token, combinata con altri vincoli (come l’uso di un certo tipo di lessico), ha portato a questo risultato bizzarro e incomprensibile.

Non è un testo scritto da un essere umano, ma un artefatto linguistico.

È un esempio di come i modelli linguistici possono produrre risultati inaspettati e persino assurdi quando sottoposti a costrizioni artificiali.

Inoltre, la ripetizione eccessiva è utilizzata in modo ironico per esagerare la burocrazia e la difficoltà di comunicazione che spesso caratterizza il mondo amministrativo.

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