A Todi, un’attività di assistenza socio-sanitaria è stata interrotta a seguito di un’ispezione mirata, rivelando una complessa rete di irregolarità che solleva interrogativi cruciali sulla governance e la tutela della vulnerabilità.
I Carabinieri, supportati da specialisti del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Perugia, hanno condotto un’accurata verifica igienico-sanitaria presso una cooperativa sociale operante nel settore dell’assistenza e della riabilitazione per anziani, con un focus particolare su individui che mantengono ancora un certo grado di autonomia.
L’indagine ha portato alla luce l’esercizio abusivo di una struttura residenziale, destinata all’accoglienza di persone con ridotta autonomia, in assenza delle necessarie autorizzazioni legali.
La scoperta di tre ospiti anziani ospitati illegalmente evidenzia una potenziale violazione dei diritti fondamentali e un mancato rispetto delle normative che salvaguardano la sicurezza e il benessere dei soggetti fragili.
La gravità della situazione è stata aggravata dalla constatazione che l’attività era sviluppata in un contesto di sospetta mancanza di adeguatezze strutturali e procedurali, suggerendo una potenziale compromissione degli standard qualitativi minimi richiesti per l’erogazione di servizi socio-sanitari.
Questa scoperta innesca un’analisi approfondita dei controlli preventivi e degli strumenti di vigilanza, interrogandosi sulla loro efficacia nel prevenire l’insorgere di situazioni simili.
Le sanzioni amministrative, quantificate in circa 3.000 euro a carico del presidente della cooperativa, rappresentano una risposta immediata, ma insufficiente a risolvere la problematica di fondo.
La sospensione delle attività è stata disposta con urgenza per tutelare gli ospiti, che sono stati prontamente trasferiti in strutture assistenziali qualificate e autorizzate, garantendo la continuità delle cure e un ambiente sicuro.
L’evento sottolinea l’importanza di una maggiore attenzione al fenomeno delle strutture socio-assistenziali non autorizzate, spesso gestite in forma associativa o cooperativa, che possono operare nell’ombra, eludendo i controlli e mettendo a rischio la dignità e la salute delle persone assistite.
L’episodio impone una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni, dei professionisti sanitari e dei cittadini nella salvaguardia dei diritti degli anziani e di tutte le categorie vulnerabili, promuovendo una cultura della trasparenza, della legalità e della responsabilità sociale.
Si rende necessario un rafforzamento dei meccanismi di controllo e un’implementazione di misure più incisive per contrastare l’illegalità nel settore dell’assistenza socio-sanitaria, garantendo che ogni persona abbia accesso a servizi di qualità, sicuri e nel pieno rispetto della legge.






