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Umbria: Allarme criminalità, giovani nel mirino e nuove sfide

L’apertura dell’anno giudiziario in Umbria delinea un quadro complesso e allarmante, segnato da un incremento significativo di dinamiche criminali che richiedono una risposta strategica e multidisciplinare.
Il procuratore generale Sergio Sottani, presentando un’analisi approfondita del fenomeno, ha focalizzato l’attenzione su un’emergenza che investe in particolare i giovani, intrecciando problematiche sociali, economiche e di sicurezza.

Il dato più preoccupante è l’impennata della criminalità minorile, un sintomo di disagio sociale che necessita di interventi mirati e di una profonda riflessione collettiva.
Il narcotraffico, ormai attività illecita più remunerativa nel distretto, si rivela un potente motore di devianza giovanile, fornendo a molti ragazzi la falsa promessa di guadagno facile e rapido, ma condannandoli a un percorso di marginalità e violenza.
Le 37 iscrizioni di procedimenti penali legati al narcotraffico testimoniano l’ampiezza del fenomeno e la necessità di una collaborazione sinergica tra istituzioni scolastiche, servizi sociali e forze dell’ordine per prevenire e contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata tra i giovani.
Il procuratore Sottani ha evidenziato come tali attività illecite costituiscano spesso il presupposto per ulteriori reati contro la persona e il patrimonio, alimentando un circolo vizioso di violenza e insicurezza.

L’analisi complessiva del territorio rivela altresì un’anomalia preoccupante: quattro procedimenti per omicidio volontario nella zona spoletina, uno dei quali con connotazioni di femminicidio.
Questo dato, in netto scostamento dalla media regionale, conferma la gravità della situazione e l’urgente necessità di rafforzare le strategie di prevenzione e di intervento precoce.
Nonostante l’impegno profuso dalle forze dell’ordine e dalla Procura circondariale, con risultati positivi in sede giudiziale, l’incremento della violenza e del rischio di epiloghi mortali richiede un’attenzione costante e una riflessione approfondita sulle cause sottostanti.

L’operatività delle procure si concentra prioritariamente sui reati inclusi nel cosiddetto “codice rosso”, ovvero quelli che coinvolgono violenza domestica e di genere.
La percentuale di richieste di misure cautelari per questa tipologia di crimini, pari al 30% del totale, con una concentrazione particolare nella zona del ternano, sottolinea la diffusione di comportamenti abusivi e la necessità di offrire sostegno e protezione alle vittime.
L’aumento significativo dei maltrattamenti in famiglia, passato da 172 a 231 casi, rappresenta un campanello d’allarme che impone un cambio di passo nell’approccio alla prevenzione e al contrasto di tali fenomeni, coinvolgendo non solo le istituzioni giudiziarie, ma anche i servizi di assistenza sociale, le associazioni di volontariato e le comunità locali.
Infine, il procuratore generale ha espresso particolare allarme per i reati commessi online, in particolare quelli relativi all’adescamento di minori e alla diffusione di immagini intime senza consenso (revenge porn).

L’anonimato e la facilità di accesso alle piattaforme digitali favoriscono la commissione di tali reati, che possono avere conseguenze devastanti per le vittime.
È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra i giovani sull’uso responsabile dei social media e rafforzare le capacità investigative delle forze dell’ordine per contrastare efficacemente questa forma di criminalità virtuale.

La sfida per il futuro è quella di costruire una società più giusta, sicura e inclusiva, in grado di offrire ai giovani opportunità di crescita e di sviluppo, allontanandoli dai sentieri della devianza e della violenza.

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