L’analisi del consumo di suolo in Umbria, recentemente pubblicata dall’ISPRA nel rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, rivela un quadro complesso che, pur presentando elementi di apparente discrepanza rispetto alla media nazionale, solleva interrogativi cruciali sulla gestione del territorio e la sostenibilità delle politiche di sviluppo.
Nel corso dell’anno scorso, l’area di terreno impermeabilizzata in Umbria ha raggiunto i 44.538 ettari, una quantità che, sebbene inferiore rispetto al dato complessivo nazionale (2.157.460 ettari), incide significativamente su un territorio caratterizzato da un elevato valore naturalistico e agricolo.
La percentuale di suolo consumato in Umbria si attesta al 5,28%, un valore inferiore alla media italiana del 7,17%, suggerendo un potenziale maggiore di preservazione del patrimonio territoriale.
Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela una peculiarità preoccupante: il dato pro capite (522 metri quadrati per abitante) è sensibilmente superiore alla media nazionale (365,85 metri quadrati), indicando una concentrazione del consumo di suolo più intensa e potenzialmente legata a modelli di sviluppo specifici del contesto umbro.
Il rapporto ISPRA evidenzia inoltre una marcata disomogeneità interna alla regione.
La provincia di Perugia ha registrato un consumo di suolo quasi doppio rispetto alla provincia di Terni (5.095 ettari contro 2.689), un dato che riflette probabilmente diverse dinamiche demografiche, economiche e urbanistiche.
Paradossalmente, la provincia di Terni mostra una percentuale di consumo di suolo più elevata (12,72% contro l’11,38% di Perugia), suggerendo che l’impatto sulla superficie totale del territorio è maggiore nonostante un consumo assoluto inferiore.
Questo potrebbe essere legato a una densità abitativa più bassa o a una diversa distribuzione delle attività antropiche.
Il comune di Perugia emerge come il principale responsabile del consumo di suolo a livello regionale, con un dato di 5.095 ettari che accentua le disuguaglianze territoriali e la necessità di interventi mirati.
Questa concentrazione di consumo in un unico comune solleva interrogativi sulla pianificazione urbanistica, sulla gestione delle aree industriali e sulla capacità di mitigazione degli impatti ambientali.
L’analisi del consumo di suolo in Umbria non può essere interpretata isolatamente.
È essenziale contestualizzarla all’interno di una visione più ampia che consideri l’evoluzione demografica, le trasformazioni economiche e le politiche di sviluppo territoriale.
La sfida attuale consiste nel conciliare le esigenze di crescita economica con la tutela del patrimonio naturale e la promozione di un modello di sviluppo più sostenibile, che riduca al minimo l’impronta ecologica e preservi la qualità della vita per le generazioni future.
Un approccio integrato, che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini, è cruciale per invertire la tendenza al consumo di suolo e garantire un futuro resiliente per il territorio umbro.






