Mercoledì 9 luglio, un’ondata di protesta ha attraversato l’Umbria, dipingendo di voce e presenza la regione da Perugia a Terni, coinvolgendo città come Città di Castello, Foligno, Assisi, Amelia, Marsciano, Narni e Orvieto.
L’iniziativa, orchestrata dalla CGIL regionale in collaborazione con le Camere del Lavoro di Perugia e Terni, ha visto la partecipazione di una variegata platea: lavoratori, pensionati, studenti, associazioni e singoli cittadini, uniti in un potente flash mob a difesa dei popoli martoriati, in particolare quelli di Gaza, e in opposizione alla spirale di riarmo che alimenta conflitti globali.
L’azione si è configurata come un appello pressante per un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza, un territorio dilaniato dalla violenza e da una crisi umanitaria devastante.
Ma il messaggio, ben al di là di questo specifico conflitto, si è proiettato verso una visione più ampia, invocando una riforma radicale della cooperazione internazionale e una rigorosa osservanza dell’articolo 11 della Costituzione Italiana, che sancisce l’abbandono della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Questa mobilitazione si inserisce in un contesto più ampio di resistenza nazionale contro le guerre, promuovendo una visione alternativa fondata sulla giustizia sociale e sulla tutela del pianeta, minacciato dai cambiamenti climatici esacerbati dai conflitti.
Il suono simultaneo di sirene antiaeree, risuonato in diverse piazze umbre, ha amplificato il messaggio collettivo “Fermiamo le guerre, per la pace, la giustizia e il diritto internazionale”, un grido che reclama un nuovo paradigma geopolitico.
La CGIL, attraverso un appello diffuso, ha richiamato i principi fondanti della Costituzione italiana, basata sul lavoro e sulla dignità umana, ribadendo la necessità di un governo che rifiuti ogni forma di complicità e supporto militare a iniziative belliche.
La risposta pubblica e corale è considerata un imperativo urgente per riaffermare la priorità della pace, incentivare la cooperazione internazionale e rafforzare i legami di solidarietà tra i popoli, contrastando l’individualismo e la competizione che alimentano le guerre.
L’Umbria, regione storica di resistenza e di valori pacifisti, si assume la responsabilità di contribuire a un mondo multipolare, fondato sulla coesistenza pacifica, sulla solidarietà intergenerazionale e sul rispetto reciproco.
La mobilitazione, secondo la CGIL, non può arrestarsi finché l’obiettivo della pace universale non sarà raggiunto, o quantomeno finché le aree del mondo gravate da conflitti non vedranno un cambiamento radicale.
Si auspica la creazione di una mobilitazione collettiva e diffusa, un’opera di sensibilizzazione che tocchi le coscienze e stimoli un cambiamento profondo nell’animo di ciascuno, perché la pace non sia più un’utopia, ma una realtà condivisa.