sabato 20 Settembre 2025
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Umbria in mobilitazione per Gaza: appello alla CGIL e alla pace.

Un’ondata di mobilitazione ha investito l’Umbria, con centinaia di persone che hanno espresso la loro profonda inquietudine e solidarietà nei confronti della popolazione di Gaza, rispondendo all’appello dello sciopero indetto dalla CGIL.
La protesta, che ha visto un’ampia adesione in diversi settori produttivi, ha assunto un significato politico e sociale di ampio respiro, trascendendo la semplice manifestazione di sdegno.
La presenza di figure istituzionali e rappresentanti della società civile, come l’assessore alla Pace della Regione Umbria, Fabio Barcaioli, il consigliere regionale Fabrizio Ricci, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e la segretaria generale della CGIL Umbria, Maria Rita Paggio, testimonia l’importanza riconosciuta all’evento e la sua risonanza a livello locale.

Maria Rita Paggio, nel suo intervento, ha sottolineato l’intransigenza etica che impone di non rimanere inerti di fronte a una situazione che definisce “deportazione e sterminio” di un popolo indifeso.
La CGIL e il movimento dei lavoratori si configurano pertanto come voce di chi non può tollerare l’indifferenza, esortando a un cambio di rotta radicale.
Le richieste formulate dalla CGIL Umbria delineano un programma di azioni concrete e ambiziose.

Al di là della richiesta immediata di cessazione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, la mobilitazione si pone l’obiettivo di smantellare il sistema di embargo umanitario che affligge il territorio, assicurando corridoi sicuri per l’assistenza umanitaria e garantendo la protezione della popolazione civile.
Si chiede, inoltre, il sostegno e la salvaguardia delle missioni umanitarie internazionali, come la Global Sumud Flotilla, e la sospensione di qualsiasi accordo commerciale e militare con Israele fino a quando non saranno raggiunti obiettivi di pace e cessazione dell’occupazione della Cisgiordania.

Un elemento centrale del programma della CGIL Umbria è il riconoscimento formale dello Stato di Palestina da parte del governo italiano, una posizione che riflette un impegno verso la giustizia e l’equità internazionale.
La mobilitazione non si limita a focalizzarsi sulla crisi palestinese, ma estende la sua critica a un quadro geopolitico più ampio, denunciando la corsa agli armamenti in Europa e in Italia.
Questa politica, secondo la CGIL, sta erodendo le risorse destinate al benessere sociale, compromettendo la tenuta del sistema sanitario, dell’istruzione e delle infrastrutture essenziali.
La richiesta è quella di una radicale inversione di tendenza, con la reindirizzamento delle risorse militari verso investimenti sociali e sviluppo sostenibile, riconoscendo che la vera sicurezza di una nazione si fonda sul benessere dei suoi cittadini e sulla cooperazione internazionale.
La protesta umbra si configura quindi come un appello a un futuro più giusto, pacifico e solidale, sia a livello locale che globale.

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