Il Calvi Festival si configura quest’anno come un palcoscenico di memorie e voci silenziate, un crocevia di esperienze umane attraversate dalle ferite e dalle speranze di un’Italia tormentata dalle guerre e dall’ombra del fascismo.
Venerdì 8 agosto, ai Giardini del Monastero, si apre il sipario su “Agnese va alla guerra”, uno spettacolo teatrale che non si limita a raccontare, ma incarna il dolore e la resilienza di un’epoca.
Agnese Fallongo, autrice e interprete, e Tiziano Caputo, versatile artista che fonde recitazione, canto e abilità strumentali, danno vita a tre figure femminili, tre narrazioni intrecciate che riflettono la complessità e la tragedia del periodo storico.
La regia di Adriano Evangelisti amplifica l’impatto emotivo dello spettacolo, trasportando il pubblico in un viaggio introspettivo attraverso i ruoli, spesso invisibili, che le donne furono costrette a ricoprire, tra amore, sacrificio e silenzio imposto.
Più che personaggi storici, sono archetipi di un’umanità sofferente, di una forza d’animo che emerge dalle macerie.
Il sabato si trasforma in una giornata dedicata ai più piccoli.
Alle 18:00, al teatro del Monastero, una selezione di film stimolanti e adatti ai bambini offre un momento di svago e riflessione, un invito a comprendere il mondo attraverso occhi innocenti.
La domenica, ai Giardini del Monastero, si susseguono letture e riflessioni.
Benedetta Buccellato e Massimo Dapporto, alle 18:00, offrono un percorso letterario attraverso i brani de “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, illuminando il rapporto delicato e spesso traumatico tra la guerra e l’infanzia.
Questa serata si configura come un omaggio non solo alla prosa di Calvino, ma anche alla memoria di Calvi dell’Umbria, un territorio segnato da eventi cruenti.
L’evento sarà arricchito dalla proiezione di un video realizzato dagli studenti dell’istituto Fiorentini, un’iniziativa promossa dalla locale sezione dell’Anpi che ripercorre l’eccidio nazista del 13 aprile 1944, quando tredici cittadini innocenti persero la vita per mano dell’esercito tedesco.
Un atto di commemorazione che si lega indissolubilmente alla necessità di preservare la memoria, di tramandare alle nuove generazioni la verità sulla Shoah e le responsabilità storiche, affinché simili atrocità non si ripetano mai più.
Il Calvi Festival, in questa sua programmazione, si conferma come luogo di incontro tra arte, memoria e impegno civile.