Il Campo della Fiera, ai piedi della rupe di Orvieto, custodisce un segreto millenario, un palcoscenico di fede e politica che rivela la complessità e la potenza della civiltà etrusca.
Ventisei anni di scavi, diretti dall’archeologa Simonetta Stopponi, hanno portato alla luce un santuario federale di dimensioni inaudite, identificato ormai con certezza come il celebre Fanum Voltumnae, un luogo di incontro sacro e politico tra le dodici città-stato etrusche.
Più che un semplice tempio, il Fanum Voltumnae si configura come un’area sacra pianificata, un centro nevralgico di un’entità culturale e religiosa che superava i confini delle singole città.
Le prime tracce di culto risalgono alla prima metà del VI secolo a.
C.
, un periodo di transizione e consolidamento dell’identità etrusca.
Ma è con Porsenna, re di Chiusi e Orvieto, nella seconda metà dello stesso secolo, che il sito assume la sua forma monumentale, frutto di una precisa volontà urbanistica che ne sottolinea l’importanza strategica e simbolica.
Gli scavi recenti hanno restituito immagini potenti: altari colossali, tra i più grandi mai rinvenuti nel territorio etrusco, costituiti da blocchi di pietra sovrapposti con una maestria tecnica impressionante.
Questi imponenti manufatti, databili all’inizio del V secolo a.
C.
, sono ornati da sculture di teste di ariete e di leone, elementi zoomorfi di profondo significato religioso, simboli di forza, regalità e connessione con il divino.
L’abilità scultorea è stupefacente; i dettagli naturalistici, l’espressività dello sguardo catturano lo spettatore, rendendo queste figure quasi viventi.
La scoperta di un occhio in bronzo e pasta vitrea, inserito in una delle sculture, ne esalta ulteriormente il realismo, suggerendo una cura e una raffinatezza artistiche inusuali.
Il Fanum Voltumnae non è un tesoro statico, ma un archivio della vita etrusca.
Accanto alle sculture monumentali, migliaia di reperti offrono uno spaccato della vita quotidiana e delle pratiche rituali.
Ceramiche finemente decorate, oggetti votivi offerti agli dèi, monete romane testimonianza dei contatti con il mondo romano, e un delicato pendente d’oro a forma di ghianda, utilizzato per contenere profumi, offrono uno sguardo intimo nelle abitudini e nei costumi di un popolo complesso e sofisticato.
Le indagini geofisiche suggeriscono che l’area sacra si estende su un’ampia superficie di circa 40 ettari, un’estensione che testimonia l’importanza politica e religiosa del Fanum Voltumnae nel panorama etrusco e la sua capacità di attrarre pellegrini e offerenti da ogni angolo della confederazione.
La ricerca continua, promettendo di svelare ulteriori segreti di questo luogo straordinario, un punto di incontro tra cielo e terra, tra fede e potere, che continua a parlare al nostro tempo.