sabato, 5 Luglio 2025
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Pergamene Ritrovate: Il Trionfale Ritorno della Collezione Albertini

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Nel cuore del Rinascimento perugino, a metà del XIX secolo, un’operazione amministrativa apparentemente marginale si rivelò il preludio a un lungo esilio e a un recente, trionfale ritorno. Nel 1853, l’amministrazione comunale di Perugia, in un gesto che oggi appare per certi versi incomprensibile, decise di disperdere una parte del proprio archivio storico. Si trattava di un corpus eccezionale di 1749 documenti, registrazioni e pergamene miniate, risalenti ai secoli XIV e XV, che costituivano la memoria tangibile del Comune. Questi registri, scritti su pergamena e spesso ornati da decorazioni pittoriche di raffinata fattura, documentavano l’attività della podestà, le decisioni dei capitani del popolo e le sentenze dei giudici, offrendo uno spaccato inestimabile sulla vita politica, sociale ed economica della città.L’atto di alienazione, compiuto per la modesta cifra di 500 lire, consegnò questo patrimonio a Joseph Spithöver, un noto antiquario tedesco residente a Roma e proprietario di una rinomata libreria-casa editrice. Spithöver, con occhio esperto e lungimirante, intuì il valore intrinseco di questi documenti, che trascendevano il loro mero valore materiale. Il tempo passò, e dopo vent’anni, Spithöver tentò di restituire il patrimonio a Perugia e al neonato Regno d’Italia, ma le istituzioni pubbliche non colsero l’opportunità. Fu allora che intervenne Louis Albertini, un giurista di origine italiana ma residente in Argentina, che acquistò la collezione e la trasferì a Parigi, dove rimase custodita per oltre un secolo e mezzo, attraverso le generazioni dei suoi eredi.Il recente ritorno a casa, compiuto nel giugno 2024 ad opera della Fondazione Perugia, rappresenta un capitolo cruciale nella storia della città. Un’asta parigina, officiata da Mirabaud Mercier, vide la Fondazione aggiudicarsi i 153 lotti che compongono la collezione, previa autorizzazione degli Archivi di Francia. Questo atto non è solo un recupero di beni materiali, ma anche un restauro della memoria storica di Perugia, un atto di riconciliazione con il proprio passato.Il valore della Collezione Albertini non si limita al suo apporto artistico e araldico, ma risiede soprattutto nella ricchezza di informazioni che custodisce. Un ambizioso progetto di studio, restauro e ricerca, condotto in stretta collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria, è volto a ricostruire la complessa realtà dell’amministrazione giudiziaria di Perugia nel Basso Medioevo. Si tratta di un lavoro certosino, che promette di svelare dettagli inediti sulla vita quotidiana, le dispute legali e le dinamiche di potere che animavano la città in un’epoca cruciale della sua storia.La valorizzazione della collezione non si ferma alla ricerca accademica, ma mira a coinvolgere l’intera comunità. La mostra “Extra Segni antichi/Visioni contemporanee”, allestita a Palazzo Baldeschi, rappresenta un esempio emblematico di questo approccio innovativo. Accostando le pergamene storiche a opere di artisti contemporanei di spicco, come Alighiero Boetti, Emilio Isgrò e Maria Lai, la mostra crea un dialogo inaspettato tra passato e presente, offrendo una prospettiva fresca e originale sulla collezione. Questo incontro artistico non solo rende il patrimonio più accessibile e coinvolgente, ma stimola anche la riflessione sul significato della storia e sulla sua rilevanza per le generazioni future.Il ritorno della Collezione Albertini, come sottolineato dal presidente di Fondazione Perugia, Alcide Casini, è un atto di restituzione identitaria, un omaggio alla comunità perugina e un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato. La presentazione ufficiale della collezione, avvenuta presso l’Archivio di Stato di Roma, ha visto la partecipazione di figure istituzionali di alto livello, come Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi del ministero della Cultura, che ha elogiato l’iniziativa della Fondazione Perugia, sottolineando l’importanza di un modello di collaborazione che coniughi l’efficienza delle istituzioni pubbliche con la sensibilità e la competenza del settore privato. Questa operazione segna non solo il ritorno a casa di un patrimonio storico, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo nella storia di Perugia, un capitolo dedicato alla riscoperta, alla valorizzazione e alla trasmissione della memoria collettiva.

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