domenica 21 Settembre 2025
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Spoleto ricorda Menotti: un omaggio tra arte, cultura e eredità.

Nel cuore di Spoleto, un luogo intriso di storia e creatività, si è rinnovato un omaggio a Gian Carlo Menotti, figura imprescindibile per la città e per il panorama artistico internazionale.
L’evento, promosso e orchestrato dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, ha riempito di significato la casa che fu dimora del compositore, un ambiente che, come affermato da Fabrizio Traversa riproducendo le parole di Menotti stesso, sarebbe stato rivissuto esattamente come desiderato.
L’atmosfera, curata con maestria da Raffaele Curi, collaboratore storico di Menotti e suo “curatore delle atmosfere”, ha riunito un’eterogenea, e illustre, platea: un omaggio voluto da Alda Fendi, che con la sua Fondazione ha acquisito la proprietà della casa, impegnandosi a perpetuare l’eredità menottiana.
L’evento non era una mera commemorazione, ma una celebrazione dell’idea di arte come necessità primaria, come nutrimento spirituale essenziale, ben lontano da un mero passatempo elitario o una sterile esercitazione intellettuale.

Un concetto che Menotti incarnava profondamente, elevando l’arte a pilastro fondante dell’esistenza umana.
La scelta di riproporre una riduzione dell’Aida di Verdi, interpretata dalle marionette del Teatro Carlo Colla e Figli, una compagnia particolarmente amata da Menotti, ha restituito vita e suggestione al luogo storico, ribadendo l’importanza di riscoprire e valorizzare il suo operato.
Il Festival dei Due Mondi, da lui fondato nel 1958, aveva catapultato Spoleto sulla scena mondiale, e la Fondazione Fendi si propone di onorare questa eredità, mantenendo viva la fiamma dell’innovazione e dell’apertura culturale che Menotti aveva incarnato.
Alda Fendi ha espresso la sua profonda connessione con la figura di Menotti, definendo la decisione di continuare a vivere nella sua casa come una scelta dettata da una “magica intuizione”.
Il tributo non è un semplice ricordo, ma un impegno a preservare un “filo” che la lega al suo mondo, ricco di significati affettivi e culturali.

L’idea di un appuntamento annuale con amici nuovi e vecchi si configura come un affettuoso rituale in memoria del maestro.
Raffaele Curi, direttore artistico della Fondazione, ha sapientemente reinterpretato gli spazi della casa, ispirandosi non solo all’arte di Menotti, ma anche alla figura di Samuel Beckett, un autore con cui il compositore non ebbe mai l’opportunità di collaborare, ma che, secondo Curi, lo avrebbe certamente cercato.
In linea con una riflessione di Gustav Mahler, Curi ha sottolineato come il ricordo non debba cristallizzarsi nel culto della cenere, ma conservare la vivacità del fuoco, la capacità di generare nuova creatività.
La serata ha visto riunite personalità di spicco: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, premi Oscar, Dino Trappetti, storico direttore della Sartoria Tirelli, Sabina Guzzanti, Stefano Coletta, Lina Sastri, Daniela Porro, Francesco Giambrone, Maurizio Belpietro, Sergio Alfieri, Cristina Colla e molti altri, a testimonianza del vasto e influente mondo che ruotava attorno a Menotti.
L’evento si è configurato come un crogiolo di talenti, un omaggio a un uomo che ha saputo coniugare arte, cultura e umanità.

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