Il Terni Film Festival si appresta a celebrare la sua ventunesima edizione aprendo le porte a una prospettiva audace e provocatoria: *Il Vangelo di Giuda*, l’opera prima di Giulio Base, evento di risonanza internazionale che segnerà l’apertura del festival sabato 8 novembre al Politeama.
Un’anteprima nazionale che introduce al pubblico una narrazione inedita, un’indagine cinematografica di ampio respiro che, per la prima volta, illumina la figura di Giuda Iscariota con una profondità e una complessità raramente affrontate nel cinema sacro.
Il cast, un mosaico di talenti provenienti da diverse nazioni, include nomi di spicco come Rupert Everett, Paz Vega, John Savage, Darko Peric, Tomasz Kot e Abel Ferrara, a testimonianza dell’ambizione artistica e della portata globale del progetto.
Il film, concepito, scritto e diretto da Base stesso, non si propone come una mera rielaborazione della storia religiosa, ma come un invito all’esplorazione dell’umanità nascosta dietro il personaggio storicamente stigmatizzato.
“Ho voluto interrogare la sacralità attraverso la lente dell’esperienza umana,” spiega il regista, “ponendo una domanda antica, costantemente riformulata: dove risiede il divino, non come dogma, ma come sentimento, come esperienza vissuta, nel labirinto delle nostre vite?”.
La scelta di Terni, città votata al dialogo interculturale e interreligioso, si rivela dunque simbolica, un luogo ideale per la prima visione di un’opera che mira a superare le barriere ideologiche e a promuovere una comprensione più profonda del mistero della fede.
In concomitanza con la proiezione, Giulio Base riceverà l’Angelo di Dominioni, prestigioso riconoscimento che il festival assegna a personalità di spicco del panorama cinematografico e culturale italiano e internazionale.
Un onore che, in passato, è stato tributato a maestri come Pupi Avati, Liliana Cavani e Alice Rohrwacher, testimoniando la statura e l’importanza dell’opera di Base nel panorama artistico contemporaneo.
“Questo premio mi riempie di profonda emozione e gratitudine,” commenta Base, “non lo percepisco come un semplice riconoscimento, ma come una conferma del percorso artistico che ho intrapreso, un percorso sempre teso alla ricerca del senso profondo, del sacro che permea l’esistenza.
” Il regista sottolinea il ruolo cruciale del Terni Film Festival come spazio di incontro e dialogo tra culture e religioni, un’oasi di umanità in un’epoca segnata da divisioni e conflitti.
“In un mondo frammentato, questo festival rappresenta la possibilità di ricostruire ponti, di accendere luci nel buio, attraverso il linguaggio universale delle immagini.
“Un ringraziamento sentito è rivolto al vescovo Francesco Soddu, al direttore Arnaldo Casali, al presidente Krzysztof Zanussi e a tutti coloro che contribuiscono a rendere il festival un luogo di grazia, di confronto e di speranza.
Base accetta il premio non come una meta, ma come un impegno: continuare a sondare il terreno fertile dove arte e spirito si fondono, generando opere che siano testimonianza di un’umanità in cerca di significato e di bellezza.
Un’eredità da custodire e da tramandare, come un faro nella notte.







