La crescente desertificazione bancaria in Umbria ha catalizzato un’iniziativa cruciale, concretizzatasi in un incontro il 23 settembre, volto a delineare strategie di intervento e soluzioni condivise.
L’evento, promosso da First Cisl Umbria e ospitato nella Sala dei Notari, ha visto la partecipazione di una vasta gamma di attori istituzionali, sindacali e del settore finanziario, evidenziando la portata e l’urgenza del problema.
Il segretario generale della Cisl Umbria, Angelo Manzotti, ha posto l’accento sulla natura trasversale della crisi, sottolineando come la progressiva scomparsa degli sportelli bancari non sia una questione meramente economica, ma un fattore di impatto sociale che incide profondamente sul tessuto lavorativo e sulla qualità della vita dei cittadini.
Il sindacato, in questa prospettiva, si impegna a operare su molteplici fronti, non solo per tutelare i lavoratori del settore, ma anche per garantire l’accesso ai servizi finanziari a tutta la comunità.
Il presidente di Anci Umbria, Federico Gori, e l’assessore regionale Francesco De Rebotti hanno ribadito l’impegno delle istituzioni locali a collaborare attivamente, prefigurando l’istituzione di un tavolo regionale del credito come strumento primario per affrontare la problematica.
L’iniziativa si configura come un segnale di volontà di superare l’inerzia e avviare un processo partecipativo, coinvolgendo attivamente tutti gli stakeholder.
Il segretario generale nazionale della First Cisl, Riccardo Colombani, ha elevato la discussione a livello nazionale, suggerendo che il modello umbro possa rappresentare un esempio virtuoso da replicare in altre regioni italiane, dimostrando come la collaborazione tra istituzioni, sindacati e operatori del credito possa portare a risultati concreti.
Un ricco dibattito, moderato dalla vice presidente dell’ordine dei giornalisti dell’Umbria Donatella Binaglia, ha visto la partecipazione di figure di spicco come il presidente della Fondazione per la prevenzione dell’usura Fausto Cardella, il presidente di Banca Centro Carmelo Campagna, il segretario della Cisl Fnp Dario Bruschi e il presidente di Adiconsum Giancarlo Monsignori.
Le loro osservazioni hanno fornito una fotografia dettagliata dell’impatto negativo della chiusura degli sportelli, con particolare attenzione ai rischi per le fasce più vulnerabili della popolazione, spesso prive di alternative per la gestione dei propri risparmi e per l’accesso al credito.
Sono emersi dati e statistiche che quantificano la perdita di servizi e l’aggravio delle difficoltà per i cittadini, alimentando la preoccupazione per le conseguenze a lungo termine.
Il segretario regionale della First Cisl Umbria, Roberto Contessa, ha concluso l’incontro esprimendo ottimismo e ribadendo l’impegno del sindacato a tradurre gli impegni assunti in azioni concrete, avviando immediatamente un percorso operativo con la segreteria.
L’obiettivo è non solo monitorare l’attuazione delle misure previste, ma anche promuovere un cambiamento culturale che riconosca il valore strategico della presenza bancaria sul territorio come elemento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale.
La desertificazione bancaria non è solo una perdita di servizi, ma una minaccia al futuro stesso delle comunità locali.








