Nell’attuale contesto geopolitico, caratterizzato da dinamiche economiche globali in rapida evoluzione e dall’influenza preponderante di attori come gli Stati Uniti e la Cina, la competitività delle economie nazionali si configura come un imperativo strategico.
Il settore energetico, in particolare, assume un ruolo cruciale in questo scenario, come efficacemente evidenziato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, durante l’assemblea di Confindustria Umbria.
La disparità dei costi energetici tra l’Italia e altri paesi europei – con la Spagna che registra prezzi a 25 euro al megawattora e la Francia tra i 47 e i 50 – in confronto ai 115 euro dell’Italia – solleva interrogativi urgenti e impone un’azione decisa.
Questa differenza di costo non è semplicemente una statistica; è un fattore che incide direttamente sulla capacità delle imprese italiane di competere a livello internazionale.
L’esodo produttivo verso paesi con costi energetici inferiori, come la Spagna e il Marocco, motivato anche da vantaggi fiscali, testimonia la gravità della situazione.
La delocalizzazione delle attività produttive non solo comporta la perdita di posti di lavoro, ma erode anche il tessuto industriale e la capacità innovativa del paese.
L’attesa del decreto governativo sull’energia riflette una speranza di intervento strutturale.
Tuttavia, la semplice approvazione di un provvedimento non è sufficiente.
È necessario un approccio olistico che consideri non solo la riduzione dei costi a breve termine, ma anche la transizione verso fonti energetiche più sostenibili e la modernizzazione delle infrastrutture.
Un’energia a basso costo deve essere accompagnata da un investimento massiccio in ricerca e sviluppo, per favorire l’innovazione tecnologica e l’adozione di soluzioni efficienti.
La sfida non è solo economica, ma anche culturale.
L’Italia deve superare una visione miope che privilegia il profitto immediato a discapito della sostenibilità e della sicurezza energetica a lungo termine.
Promuovere l’efficienza energetica, incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, semplificare le procedure burocratiche e favorire gli investimenti esteri nel settore energetico sono passi fondamentali per riconquistare competitività e garantire un futuro prospero per l’industria italiana.
La questione energetica non è un problema isolato, ma un nodo cruciale che interseca la politica industriale, la sicurezza nazionale e la sostenibilità ambientale.
Affrontarla con determinazione e lungimiranza è un dovere imprescindibile per il futuro del paese.







