L’avvento dell’intelligenza artificiale non è un’entità futuristica, bensì una trasformazione in atto che sta rimodellando il panorama industriale e sociale.
Questa constatazione, condivisa da Maurizio Tarquini, Direttore Generale di Confindustria, evidenzia un imperativo: non limitarsi ad accogliere l’IA come una tecnologia, ma a costruire un ecosistema di competenze e mentalità in grado di sfruttarne appieno il potenziale trasformativo.
L’evento “Orizzonti Digitali”, promosso da Confindustria Umbria in collaborazione con Umbria Digital Innovation Hub, Ance Umbria, Umbria Business School e Its Academy, ha rappresentato una piattaforma strategica per esplorare le sfide e le opportunità derivanti da questa rivoluzione tecnologica.
L’analisi condotta da Confindustria, attraverso un rapporto che ha documentato 240 casi d’uso reali in 70 imprese italiane, rivela una realtà a due velocità: le grandi aziende hanno intrapreso con successo il percorso di adozione dell’IA, mentre il tessuto imprenditoriale nel suo complesso presenta ancora significative lacune.
Questo divario rischia di compromettere la competitività del Paese a livello globale.
La chiave per colmare questa distanza risiede in un investimento mirato non solo nella formazione tecnica, ma soprattutto nello sviluppo del pensiero critico e della consapevolezza digitale.
È necessario, infatti, che gli imprenditori e i dipendenti siano in grado di comprendere le implicazioni etiche, sociali ed economiche dell’IA, e di applicare le nuove tecnologie in modo responsabile e innovativo.
Tuttavia, l’integrazione efficace dell’IA non può prescindere da un presupposto fondamentale: la digitalizzazione delle imprese.
L’Italia, pur avendo compiuto progressi in questo ambito, si trova ancora a dover affrontare una sfida strutturale.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione unica per accelerare questo processo, ma non è sufficiente.
È indispensabile una visione a lungo termine, che consideri gli investimenti digitali come prioritari per il futuro del Paese, incentivando non solo l’adozione di tecnologie avanzate, ma anche la creazione di infrastrutture digitali resilienti e accessibili a tutti.
L’intervento di Tarquini, durante il panel “I volti dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato l’urgenza di un cambio di paradigma, un passaggio da una logica di mero recepimento tecnologico a una cultura dell’innovazione consapevole, capace di plasmare l’IA al servizio del progresso sociale ed economico.
Il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità di formare una nuova generazione di leader digitali, in grado di interpretare le sfide del futuro e di guidare le imprese verso un orizzonte di crescita sostenibile e inclusiva.
L’intelligenza artificiale non è solo un insieme di algoritmi, ma un potente motore di cambiamento che richiede una risposta strategica e coordinata da parte di tutti gli attori del sistema Paese.