domenica 14 Settembre 2025
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Ingegneria sismica: mitigare il rischio, costruire resilienza.

La sicurezza strutturale non è un concetto assoluto, ma una valutazione probabilistica complessa.
L’obiettivo primario dell’ingegneria sismica non è dunque l’eliminazione del rischio, impresa irrealizzabile, ma la sua gestione consapevole e la minimizzazione delle conseguenze.

Lo ha ribadito Filippo Ubertini, figura di spicco nel panorama italiano dell’ingegneria sismica e presidente del convegno Anidis, durante un evento che ha riunito esperti e professionisti da tutto il mondo.

L’Italia, forte di una tradizione consolidata nella ricerca e nell’applicazione di tecniche avanzate, si posiziona oggi come leader internazionale nel campo della mitigazione del rischio sismico.

Un esempio emblematico è il progetto di ricostruzione di Castelluccio di Norcia, un’iniziativa senza precedenti che prevede l’isolamento dinamico dell’abitato su una piattaforma dedicata, disaccoppiando così le vibrazioni del terreno dalle strutture ed edificate.
Questa soluzione, innovativa e all’avanguardia, testimonia l’evoluzione dell’approccio alla progettazione antisismica.
L’ingegneria sismica moderna non si limita più alla sola tutela delle vite umane, obiettivo imprescindibile, ma si evolve per abbracciare una visione più ampia, focalizzata sulla riduzione delle perdite economiche e sul potenziamento della resilienza del sistema Paese.

Una costruzione resiliente non è semplicemente in grado di resistere a un evento sismico, ma anche di riprendersi rapidamente, minimizzando i disagi e accelerando il ritorno alla normalità per la comunità interessata.
Questo aspetto, spesso trascurato in passato, assume oggi un’importanza strategica per la ripresa economica e sociale delle aree a rischio.
Il convegno Anidis, un appuntamento biennale di riferimento per la comunità scientifica italiana, ha offerto un’occasione preziosa per discutere gli ultimi sviluppi nel campo della valutazione del rischio, dell’analisi della vulnerabilità delle costruzioni esistenti e della progettazione di nuove strutture antisismiche.
Particolare attenzione è stata dedicata alla protezione del patrimonio storico-artistico, un bene inestimabile che richiede soluzioni progettuali specifiche e mirate.

Un focus significativo è stato dedicato al fenomeno del bradisismo dei Campi Flegrei, un’area geologicamente attiva che presenta sfide uniche in termini di monitoraggio strutturale.

La relazione del dottor Macedonio dell’INGV ha evidenziato l’importanza cruciale di un monitoraggio continuo e sistematico delle infrastrutture per anticipare e mitigare i potenziali rischi.

Riflettendo sul passato, segnato da scelte urbanistiche discutibili e da una scarsa attenzione alla sicurezza sismica, Ubertini ha sottolineato come oggi il quadro sia radicalmente mutato.

L’evoluzione della normativa, gli strumenti di pianificazione avanzati e gli incentivi alla riqualificazione antisismica consentono di correggere le criticità pregresse e di rendere più sicuro il patrimonio edilizio nazionale.
L’attenzione si concentra non solo sulla nuova costruzione, ma anche sull’adeguamento sismico delle strutture esistenti, un intervento fondamentale per ridurre la vulnerabilità del territorio.
La consapevolezza del rischio e l’impegno nella prevenzione rappresentano oggi le chiavi per un futuro più sicuro e resiliente.

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