L’orizzonte del 2029 dipinge un mercato del lavoro profondamente trasformato, con la Generazione Z e i Millennials destinati a configurare la forza lavoro dominante.
Un’analisi approfondita, condotta dall’Ufficio Studi della Cisl e rielaborata dal Segretario Generale Cisl Umbria, Angelo Manzotti, mette in luce una ridefinizione delle aspettative e delle priorità dei nuovi entranti.
La retribuzione rimane un fattore cruciale, ma si affianca sempre più a una crescente domanda di equilibrio tra vita professionale e privata, un fattore che testimonia una ricerca di benessere e valorizzazione personale.
L’aspirazione al posto fisso, pilastro delle generazioni precedenti, sta cedendo il passo a una visione più flessibile e dinamica.
Nonostante la persistenza di problematiche strutturali come il precariato, le retribuzioni inadeguate e le disparità di genere, i giovani ricercano un impiego che riconosca e sviluppi le proprie competenze, promuovendo un senso di realizzazione professionale.
Questa aspirazione si traduce in una richiesta di partecipazione attiva e significativa alle decisioni aziendali, un desiderio di sentirsi parte integrante di un progetto comune e non semplici esecutori di compiti.
La Cisl Umbria riconosce che il mercato del lavoro è un organismo in continua evoluzione, soggetto a disruption tecnologiche e a mutamenti nelle dinamiche produttive.
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale, in particolare, sta rimodellando i profili professionali e rendendo obsolete alcune figure, mentre ne crea di nuove.
Tuttavia, la vera sfida risiede nella crescente discrepanza tra le competenze richieste dal mercato e quelle effettivamente possedute dalla forza lavoro disponibile.
Per affrontare questa transizione epocale, la Cisl promuove un approccio proattivo e multidimensionale.
La formazione continua, realizzata in sinergia con gli enti bilaterali, assume un ruolo strategico per aggiornare costantemente le competenze dei lavoratori e prepararli alle nuove sfide.
Parallelamente, si sollecita l’istituzione di una vera e propria staffetta generazionale, in cui i lavoratori più esperti (over 55) possano fungere da mentor per i giovani, trasmettendo know-how e competenze.
La contrattazione collettiva deve quindi essere il veicolo per ripensare e rimodulare l’organizzazione del lavoro, garantendo flessibilità e adattabilità.
Un’attenzione particolare va riservata al sistema educativo e formativo.
Gli istituti professionali e gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) necessitano di un potenziamento significativo per formare personale altamente qualificato, in grado di rispondere alle esigenze specifiche delle imprese.
È imperativo colmare il divario tra l’offerta formativa e le richieste del mercato del lavoro, attraverso una costante revisione dei curricula scolastici e una maggiore collaborazione tra scuole, imprese e sindacati.
È cruciale potenziare l’osservatorio sul mercato del lavoro per indirizzare le azioni formative e anticipare le future esigenze dei territori.
Gli incentivi all’assunzione, sebbene utili, rappresentano solo una misura parziale e non risolutiva.
È necessario un patto programmatico tra forze sociali e istituzioni, fondato su un lavoro dignitoso, equamente retribuito e sicuro.
La ripresa economica sostenibile e duratura passa inevitabilmente attraverso la valorizzazione del lavoro e la creazione di opportunità per tutti.
La sfida è costruire un futuro del lavoro che sia inclusivo, equo e in grado di garantire un benessere diffuso.