In Umbria, l’impatto del fenomeno Airbnb è ormai profondamente radicato nella struttura economica e sociale dei principali centri urbani della regione. Un’analisi approfondita della Borsa immobiliare della Camera di commercio ha evidenziato che la tendenza verso l’affitto a brevissima durata sta guadagnando sempre più terreno, specialmente nelle aree più turistiche.A Perugia, Orvieto, Spoleto e Todi, il numero di proprietari disposti a destinare gli appartamenti al mercato del turismo breve è in aumento costante. Un bilocale ben posizionato e opportunamente valorizzato può fruttare tra i 135 e i 170 euro a notte, cifre che possono salire fino a 810 euro per unità con caratteristiche come piscina o vista panoramica. Le città meno conosciute come Terni o Narni mostrano una resistenza al trend, offrendo un prezzo di affitto compreso tra i 85 e i 130 euro a notte.I dati ufficialmente registrati dalla Borsa immobiliare parlano di circa 2.960 unità di immobili destinati alla locazione turistica. Tuttavia, gli operatori del settore stimano che il numero reale delle proprietà adibite al turismo breve superi le 5.000 unità, comprendendo anche affitti non dichiarati o parzialmente segnalati.La decisione di molti proprietari di preferire l’affitto a brevissima durata rispetto agli affitti residenziali a lungo termine è spesso motivata dal desiderio di evitare le complessità legale-amministrative associate al contratto di locazione a lunga durata. Paola Berlenghini, esperta della Borsa immobiliare dell’Umbria, sottolinea che il turismo breve è percepito come un’opzione più redditizia e offre una maggiore flessibilità rispetto al noleggio a lungo termine. Tuttavia, questo trend comporta effetti collaterali negativi per la comunità locale, come lo spopolamento dei centri storici e l’erosione del senso di appartenenza e di solidarietà che caratterizzano le aree residenziali.La situazione in Umbria rappresenta un sintomo più ampio della trasformazione dell’economia e della società italiana, con la tendenza sempre più marcata verso l’offerta di servizi al turismo breve. Questo fenomeno, se non gestito correttamente, può avere ricadute negative sulla struttura sociale delle città e sul patrimonio culturale locale, richiedendo una maggior attenzione da parte delle istituzioni e della società civile per tutelare i diritti dei cittadini e valorizzare l’eredità storico-artistica del territorio.
L’Umbria si disabita: il turismo breve guadagna sempre più terreno nella regione
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