Moplefan Terni: Crisi, Promesse Vuote e Rischio Domino Industriale

La vertenza Moplefan di Terni, un nodo cruciale per l’economia e l’occupazione del territorio, si trascina in un limbo di promesse disattese e incertezze, generando profonda preoccupazione tra le parti sociali.
L’ultimo incontro, tenutosi il 19 novembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha lasciato emergere un quadro allarmante: la mancanza di liquidità, l’assenza di finanziamenti bancari e il progressivo degrado del sistema produttivo rischiano di compromettere irrimediabilmente il futuro del sito.

La riunione, a cui hanno partecipato rappresentanti dell’azienda, sindacati (RSU, categorie e confederazioni), istituzioni locali e regionali, ha evidenziato come la situazione finanziaria precaria, esacerbata dall’inattività produttiva, impedisca di adempiere agli impegni assunti e di pianificare il futuro.
L’annuncio ufficiale del rifiuto da parte degli istituti di credito di finanziare il tanto pubblicizzato progetto industriale ha gettato ulteriore ombra sulla vicenda, alimentando un senso di frustrazione e di disillusione.
La gravità della situazione è amplificata dalla sua rilevanza strategica all’interno del polo chimico ternano.
Moplefan, infatti, rappresenta un elemento cardine per la stabilità e la vitalità di tutte le attività connesse, la sua crisi rischia un effetto domino con conseguenze devastanti per l’intera area industriale.
Di fronte a questo scenario, il sindacato CGIL di Terni esprime con fermezza la necessità di superare la retorica e le promesse vuote che hanno caratterizzato gli anni precedenti.
È imprescindibile un intervento concreto e risolutivo, capace di rilanciare la produzione, onorare gli impegni finanziari e, soprattutto, garantire la tutela dei lavoratori, evitando che siano relegati alla dipendenza dagli ammortizzatori sociali.
Il Ministero, pur riconoscendo la criticità relativa alla mancanza di risorse finanziarie, ha prospettato una possibile soluzione attraverso l’intervento di Invitalia, convocando un nuovo incontro entro un mese per valutare questa opzione.

Nel frattempo, i sindacati di categoria stanno avviando consultazioni con l’azienda per valutare la riattivazione della Cassa Integrazione e per definire misure di protezione per i lavoratori.

La CGIL sottolinea l’urgenza di un cambio di passo, abbandonando le narrazioni ottimistiche e le rassicurazioni infondate che hanno caratterizzato il passato.
La realtà sul campo è quella di un lento e silenzioso smantellamento del tessuto manifatturiero, un patrimonio di competenze e di capacità produttive che rischia di essere irrecuperabile.

L’auspicio è che il mese di verifica promesso dal Ministero possa portare a una prospettiva concreta di rilancio, perché, mentre si moltiplicano i proclami e le ipotesi di sviluppo, si registra, con crescente allarme, una progressiva erosione del sistema produttivo che definisce e sostiene l’economia e il lavoro del territorio.

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