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lunedì 10 Novembre 2025

Pensioni: allarme Uilp, un nodo cruciale per il futuro del Paese.

La questione pensionistica, lungi dall’essere un mero capitolo di politica economica, incarna una sfida sociale complessa che investe il tessuto connettivo del Paese, con implicazioni profonde per la stabilità familiare e lo sviluppo regionale.
Il segretario generale nazionale Uilp, Carmelo Barbagallo, durante il consiglio regionale dell’Umbria, ha sollevato un campanello d’allarme cruciale: è imperativo restituire potere d’acquisto ai pensionati, riconoscendo il loro ruolo fondamentale come ammortizzatore sociale, un pilastro spesso trascurato nelle dinamiche economiche nazionali.
La realtà è inequivocabile: la presenza di un pensionato all’interno del nucleo familiare è un dato strutturale, con un impatto significativo, sia in termini di supporto materiale che di assistenza pratica.

La perdita di potere d’acquisto, erodatasi inesorabilmente negli ultimi dieci anni, sta compromettendo questa funzione, generando tensioni e incertezze.

L’auspicio è che si concretizzi una legislazione dedicata, non come misura isolata, ma come parte di un piano organico volto a sostenere attivamente la popolazione anziana.
L’assegnazione di lavori socialmente utili ai giovani, pur nobile nell’intento, rischia di aver offuscato la necessità di creare opportunità di impiego stabile e qualificato, in linea con le loro competenze e aspirazioni.
È cruciale che i giovani abbiano prospettive di carriera concrete, e in questo contesto, il contributo dei pensionati attivi può risultare prezioso, fornendo un supporto flessibile e mirato in settori dove la domanda di manodopera è meno intensa o richiede competenze specifiche.
Si tratta di valorizzare un capitale umano esperto e disponibile, evitando duplicazioni e garantendo un equilibrio tra le generazioni.
La segretaria Uilp Umbria, Elisa Leonardi, ha poi posto l’accento su una problematica particolarmente sentita nel contesto regionale: la condizione precaria della salute dei pensionati umbri, aggravata da pensioni inferiori alla media nazionale.
La pesantezza dell’inflazione, che erode il valore del denaro, colpisce in modo spietato coloro che vivono con la pensione minima, un assegno che, diciamocelo chiaramente, rappresenta un’esistenza di stretta necessità.

In Umbria, dove il 27% della popolazione supera i 65 anni, questa situazione impone una riflessione urgente alla classe politica.
L’invecchiamento demografico, infatti, non è solo una statistica, ma una realtà che plasma il futuro della regione.

La carenza di servizi essenziali – farmacie, banche, edicole – nei piccoli borghi, testimonia l’abbandono di territori vitali, con conseguenze negative sulla qualità della vita e sulla coesione sociale.
Costruire una regione a misura degli anziani non è un atto di paternalismo, ma una necessità strategica per garantire la sostenibilità del sistema e la vitalità del tessuto regionale.
Si tratta di investire in infrastrutture sociali, di promuovere l’inclusione digitale, di favorire la mobilità e di creare opportunità di partecipazione attiva, per contrastare l’isolamento e promuovere il benessere psicofisico della popolazione anziana.

La questione pensionistica, quindi, si configura come un nodo cruciale all’interno di un quadro più ampio di sviluppo regionale e di tutela del capitale umano.

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