martedì, 1 Luglio 2025
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Perugia: l’Umbria in sciopero, un segnale forte per il futuro del lavoro

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Il movimento unitario dei metalmeccanici in Umbria ha espresso una forza dirompente e un’adesione massiccia, con percentuali che in diverse realtà industriali hanno superato il 75%, un dato che testimonia la profonda insoddisfazione e la determinazione dei lavoratori. Lo sciopero nazionale, indetto congiuntamente da Fim, Fiom e Uil, non si è limitato a un’astensione dal lavoro, ma si è configurato come una vera e propria mobilitazione sociale, culminata in una vibrante manifestazione nel cuore di Perugia.Dalle diverse città umbre, un flusso continuo di operai e lavoratrici ha convergito verso il centro storico, dando vita a un corteo colorato e rumoroso, un’espressione tangibile della volontà di far sentire la propria voce. Lo scenario urbano si è animato di striscioni, cori e fumogeni, simboli di un’unità sindacale che trascende le singole sigle. Le bandiere verdi, rosse e blu, colori distintivi delle organizzazioni sindacali, hanno sventolato compatti, testimoniando un fronte comune determinato a perseguire obiettivi condivisi.La manifestazione, partita da Piazza Matteotti, si è snodata lungo le vie del centro fino a Piazza Italia, dove un palco allestito ha offerto la possibilità ai leader sindacali di raggiungere i manifestanti. Simone Liti (Fim-Cisl Umbria), Fabrizio Blasi (Uilm-Uil Umbria) e Silvia Simoncini (Fiom-Cgil), hanno incanalato la frustrazione e le speranze dei lavoratori, ribadendo la necessità urgente di un rinnovato contratto collettivo nazionale di lavoro. Al di là delle rivendicazioni economiche e contrattuali, la mobilitazione ha assunto anche una valenza politica e sociale più ampia. Tra la folla, si sono scorsi simboli di speranza e di pace, innescando appelli a un cessate il fuoco globale, un monito contro le continue tragedie che affliggono il pianeta. Questo sottolinea come il movimento sindacale, pur focalizzato sulla tutela dei diritti dei lavoratori, non si limiti a questioni meramente economiche, ma si senta investito di una responsabilità civile più ampia.”Quaranta ore di sciopero,” hanno esplicitato i segretari generali Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi (Fiom Cgil di Perugia e Terni), “rappresentano un sacrificio considerevole per l’intera categoria. Tuttavia, la nostra presenza in piazza è un atto di determinazione, un segnale chiaro per il datore di lavoro: siamo pronti a tutto pur di tornare al tavolo delle trattative e ottenere risposte concrete alle nostre richieste.”La forza di questo sciopero non risiede solo nei numeri, ma anche nell’impegno e nella resilienza dei lavoratori, che, nonostante le difficoltà, continuano a lottare per un futuro più giusto e dignitoso, un futuro in cui il lavoro sia non solo una fonte di sostentamento, ma anche un elemento di realizzazione personale e di crescita sociale. La piazza di Perugia è stata il palcoscenico di una battaglia che va oltre il rinnovo di un contratto: è una battaglia per il futuro del lavoro e per il valore dell’essere umano.

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