L’assegnazione dei lavori di consolidamento antisismico dell’ex chiesa del Complesso Monumentale di San Nicolò a Spoleto segna una tappa cruciale nel percorso di conservazione e riqualificazione di un bene architettonico di pregevole importanza storica e culturale.
L’intervento, programmato per iniziare nel gennaio 2026 con una durata stimata di dodici mesi e un investimento complessivo di 1.500.000 euro, si prefigge obiettivi ambiziosi che vanno oltre la mera riparazione strutturale.
Il progetto di consolidamento si basa su una complessa analisi diagnostica volta a individuare le fragilità strutturali e a progettare interventi mirati e reversibili.
L’approccio metodologico prevede una combinazione di tecniche tradizionali e innovative, con particolare attenzione al rispetto delle caratteristiche costruttive originarie.
Le opere di scuci-cuci, applicate selettivamente alle pareti e alle volte lesionate, mirano a ripristinare la continuità muraria e a incrementare la resistenza sismica, agendo come una sorta di “vaccino” contro le sollecitazioni indotte da eventi tellurici.
Parallelamente, si interverrà sulla copertura, rinforzandola per ridurre le pressioni esercitate sulle delicate pareti dell’abside poligonale, elemento distintivo dell’edificio.
Un aspetto particolarmente innovativo è la realizzazione di una sottofondazione in corrispondenza del portale principale.
Questa soluzione, sebbene complessa da realizzare, permetterà di distribuire in modo più uniforme le tensioni, sia in condizioni statiche che dinamiche, mitigando il rischio di concentrazioni di stress che potrebbero compromettere la stabilità dell’edificio.
Il restauro del portale gotico, elemento di grande valore storico-artistico, è parte integrante del progetto complessivo.
L’intervento non si limita alla pulitura e al consolidamento della pietra, ma mira anche a ricostruire eventuali parti mancanti, basandosi su accurate analisi documentarie e archeologiche.
Il consolidamento sismico dell’ex chiesa di San Nicolò, come sottolinea l’assessora Manuela Albertella, rappresenta un investimento strategico per la comunità.
Non si tratta solo di garantire la sicurezza dell’edificio, ma anche di restituire alla città uno spazio significativo, intriso di storia e di memorie, pronto a essere fruito per attività culturali, sociali e ricreative.
La valorizzazione del patrimonio architettonico, infatti, non è un’operazione di mera conservazione, ma un motore di sviluppo economico e sociale, capace di rafforzare l’identità locale e di attrarre flussi turistici.
L’intervento si configura, quindi, come un ponte tra passato e futuro, un’opportunità per tramandare alle future generazioni un segno tangibile della ricchezza culturale e storica di Spoleto.
La scelta di soluzioni progettuali reversibili garantisce inoltre la possibilità di adattare gli interventi futuri, in linea con l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle esigenze della comunità.






