lunedì 28 Luglio 2025
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Umbria a rischio Sud: risparmio in calo, serve un New Deal

L’Umbria si posiziona in una congiuntura economica peculiare, segnata da una propensione al risparmio significativamente inferiore rispetto alla media nazionale e alle regioni circostanti.
Un’analisi condotta dal Centro Studi delle Camere di Commercio, in collaborazione con Unioncamere e con il contributo della Camera di Commercio umbra, ha quantificato questo dato al 6,4%, un valore che la colloca al di sotto del 7,5% del Centro Italia e ben distante dall’8,3% nazionale.
Questo quadro, che la avvicina alle performance del Sud, rappresenta un campanello d’allarme per una regione che aspira a un percorso di sviluppo autonomo e sostenibile.
La radice di questa tendenza risiede in una complessa interazione di fattori strutturali.
I redditi medi umbri, storicamente inferiori alla media nazionale, riflettono una realtà produttiva caratterizzata da una marginalizzazione del valore aggiunto e una limitata remunerazione del lavoro.

Sebbene esistano eccellenze in diversi settori, la performance complessiva delle imprese locali, spesso di piccole e micro-dimensioni, non consente di generare profitti sufficienti per incentivare il risparmio familiare.
Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, ha sottolineato che, al di là delle singole realtà virtuose, è necessario un cambiamento di paradigma.

La scarsa produttività, intesa come capacità di trasformare risorse in valore aggiunto, rappresenta il nodo cruciale da affrontare.
Questo implica un investimento massiccio e strategico sull’innovazione, non solo in termini tecnologici, ma anche organizzativi e di modello di business.

La transizione digitale ed ecologica si profilano come imperativi ineludibili, ma la loro piena realizzazione richiede un capitale umano altamente qualificato.

La formazione continua di imprenditori e lavoratori, con l’acquisizione di competenze specifiche, diventa quindi un elemento imprescindibile per migliorare la competitività del sistema economico regionale.
Si rende necessario un “New Deal umbro”, un’iniziativa coraggiosa e partecipata che coinvolga attivamente tutte le componenti della società: istituzioni, imprese, sindacati, associazioni di categoria e, non ultimo, il governo centrale.
Questo accordo programmatico dovrà perseguire obiettivi ambiziosi e misurabili, ponendo particolare attenzione alla necessità di contrastare un fenomeno preoccupante: lo scivolamento graduale dell’Umbria verso le dinamiche economiche del Mezzogiorno, un trend in atto da almeno due decenni.
Per invertire questa tendenza e proiettare l’Umbria verso un futuro di prosperità e benessere diffuso, è fondamentale un approccio sinergico e proattivo, capace di liberare il potenziale inespresso del territorio e di creare nuove opportunità di crescita per le famiglie e le imprese locali.
Solo così sarà possibile riaffermare l’identità umbra e riconquistare un ruolo di protagonista nello scenario economico nazionale.

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