Rapporto sul Mercato del Lavoro in Umbria: Una Trasformazione Produttiva in CorsoLe proiezioni per l’estate 2025 delineano un quadro complesso per il mercato del lavoro umbro.
Nonostante un lieve arretramento mensile rispetto all’anno precedente (4.380 assunzioni previste ad agosto 2025, con un saldo negativo di 230 unità), si registra un andamento più positivo su base trimestrale (agosto-ottobre), con 17.920 ingressi stimati, superiore ai dati del 2024.
Questi dati, derivanti dall’analisi del Sistema Informativo Excelsior, finanziato dall’Unione Europea e realizzato in collaborazione tra Unioncamere e il Ministero del Lavoro, rivelano un cambiamento strutturale più profondo che va oltre la semplice fluttuazione numerica.
L’aspetto più rilevante è la progressiva diminuzione della domanda di profili altamente qualificati.
Il dato più emblematico è l’azzeramento, per la prima volta dal 2019, della percentuale di assunzioni che richiedono un titolo universitario (solo il 7%), un trend che si riflette anche a livello nazionale.
Questa tendenza suggerisce una progressiva disconnessione tra il sistema produttivo e la formazione universitaria, con implicazioni negative sull’innovazione e sulla crescita economica di lungo periodo.
La prevalenza di figure con qualifiche professionali o diploma tecnico (45% delle assunzioni previste) e la diminuzione della quota di diplomati e laureati (solo il 31% complessivamente, con una contrazione significativa della componente universitaria) evidenziano una polarizzazione del mercato.
Sebbene la quota di lavoratori con il solo titolo di scuola dell’obbligo rimanga stabile, l’aumento delle figure generiche, prive di specializzazione specifica (dal 12% al 18%), conferma un orientamento verso profili più facilmente integrabili in contesti lavorativi standardizzati.
Parallelamente, si registra un declino dei profili professionali specializzati, come dirigenti, specialisti e tecnici (dal 17% al 12%), e dei conduttori di impianti (dal 37% al 27%), mentre cresce la richiesta di figure operative nel settore commerciale e dei servizi (dal 28% al 37%).
L’evoluzione del panorama settoriale rafforza questa tendenza.
I servizi legati all’ospitalità, alla ristorazione e al turismo, insieme alle costruzioni, mostrano una crescita significativa, mentre il commercio e i servizi alla persona subiscono un calo.
Tuttavia, la trasformazione più significativa si osserva nel comparto industriale.
Le industrie metalmeccaniche ed elettroniche, un tempo pilastri dell’economia umbra, scompaiono dalla classifica delle assunzioni più rilevanti, sostituite dalle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco.
Questo spostamento riflette una perdita di peso dei settori tecnologicamente avanzati a favore di attività più tradizionali, meno innovative e con un impatto limitato sulla crescita.
Nonostante un aumento delle imprese che intendono assumere (dal 9% nel 2019 al 12% nel 2025), il divario tra domanda e offerta di competenze persiste.
La difficoltà nel reperire figure professionali richieste è un problema significativo, percepito dal 51% delle imprese umbre, segnalando un mercato del lavoro sbilanciato che necessita di un riallineamento con il sistema formativo.
In conclusione, l’analisi dei dati del Sistema Informativo Excelsior rivela un mercato del lavoro in Umbria caratterizzato da una progressiva semplificazione e una trasformazione strutturale.
L’economia regionale sembra orientarsi verso un modello di sviluppo più legato a settori a basso contenuto tecnologico, con ripercussioni negative sull’innovazione e sulla competitività di lungo periodo.
La Camera di Commercio sottolinea il rischio di un equilibrio fragile, frutto di una rinuncia a investimenti in competenze cruciali per la crescita sostenibile.
Si rende quindi imperativo un intervento strategico volto a promuovere la formazione di figure professionali altamente qualificate e a sostenere lo sviluppo dei settori tecnologicamente avanzati, per garantire un futuro prospero e competitivo per l’Umbria.