sabato, 12 Luglio 2025
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Umbria: Crisi Dirigenziali, Giovani Sotto Pressione.

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Umbria: Un’analisi impellente sulla leadership e il capitale umanoUn rapporto allarmante, frutto di un’analisi approfondita condotta dall’Agenzia Umbria Ricerche (AUR) e presentata da Federmanager Perugia in occasione dell’80° anniversario della federazione, ha messo a fuoco un problema strutturale che affligge il tessuto economico umbro: la cronica carenza di leadership giovanile e l’invecchiamento della classe dirigente.
I dati, elaborati sull’anno 2023 e curati dalla responsabile Elisabetta Tondini, rivelano una realtà preoccupante: su 500 dirigenti attivi in Umbria, appena otto risultano under 35.

Questo dato, in netto contrasto con i rapporti Emilia-Romagna (1 dirigente ogni 70 dipendenti) e Lombardia (1 a 40), evidenzia una rigidità che rischia di compromettere la competitività e l’innovazione del territorio.

La concentrazione di figure apicali over 54, che superano il 42% dei quadri e il 48% dei dirigenti, testimonia una difficoltà di ricambio generazionale che sta soffocando il potenziale di crescita della regione.
Il problema non si limita alla mera mancanza di giovani leader, ma si estende a un vero e proprio squilibrio economico-sociale.

I dati mostrano un divario retributivo significativo: un quadro umbro under 35 guadagna in media oltre il 26% in meno rispetto ai colleghi più anziani e ai coetanei operanti in altre regioni, con un gap che si innalza fino al 29% se paragonati ai lavoratori del Nord Italia.
Questo divario si accentua drammaticamente per i dirigenti, specialmente nelle professioni tecnico-scientifiche, dove le differenze salariali possono superare gli 84.
000 euro.
Le dinamiche settoriali contribuiscono ad aggravare la situazione.
La concentrazione delle posizioni di leadership in comparti tradizionali come la manifattura, il commercio e i trasporti, a discapito di settori ad alta conoscenza e innovativi (informazione, comunicazione, servizi professionali, finanza), riflette una certa resistenza al cambiamento e una difficoltà ad attrarre e trattenere talenti in settori strategici per il futuro dell’economia umbra.

L’analisi di Federmanager Perugia, supportata da un dibattito moderato dal giornalista Paolo Saraca Volpini, ha portato alla luce le cause profonde di questo fenomeno.
Si tratta di un sistema bloccato, alimentato da una cultura aziendale che spesso considera la managerialità un costo anziché una leva strategica per la crescita.
Questo approccio disincentiva gli investimenti nella formazione e nello sviluppo dei giovani, spingendoli a cercare opportunità altrove e aggravando il problema del “brain drain”.
Di conseguenza, si assiste a un appiattimento degli organigrammi, con figure ibride e sottopagate che si ritrovano a svolgere mansioni dirigenziali senza il giusto riconoscimento.
Questa situazione non solo frustra il merito, ma allontana i giovani più ambiziosi, creando un circolo vizioso di stagnazione e declino.

Per invertire questa tendenza, Alessandro Castagnino, presidente di Federmanager Perugia, ha lanciato un appello a costruire un’alleanza strategica tra istituzioni, imprese e sistema formativo.
L’obiettivo è quello di incentivare la creazione di opportunità di lavoro coerenti con le potenzialità delle nuove generazioni, promuovere la managerialità come investimento strategico e creare un ambiente più attrattivo per i talenti.

In particolare, si sollecita Confindustria a utilizzare al meglio strumenti come la Fondazione Taliercio e 4Manager, la Regione ad allocare fondi strutturali per lo sviluppo della managerialità nelle PMI e nelle Midcap e l’Università a sviluppare piani di studio più aderenti alle esigenze del mercato del lavoro.
L’Umbria si trova di fronte a un bivio cruciale.
Per recuperare competitività e prosperità, è imperativo valorizzare il capitale umano, promuovere l’innovazione e creare un ambiente più accogliente per le nuove generazioni.
Il rientro dei talenti umbri all’estero non deve più essere una necessità, ma una scelta consapevole e gratificante.
La sfida è complessa, ma le opportunità di crescita e sviluppo sono ancora a portata di mano.

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