L’Umbria nasconde un segreto affascinante: il suo patrimonio immobiliare è talmente ricco da apparire quasi eccessivo rispetto alla popolazione residente. Sui suoi territori sono state registrate oltre 377.000 abitazioni, una cifra che sembra sbalorditiva soprattutto se si considera la densità di case rispetto agli abitanti. Eppure, chi cerca casa – studenti, giovani coppie, famiglie monoreddito o lavoratori a progetto – si trova sempre più spesso in una realtà desolante.Un dato sorprendente riguarda le circa 75.000 case classificate come “seconda casa”, che nella stragrande maggioranza dei casi rimangono inutilizzate per gran parte dell’anno o vengono affittate solo occasionalmente. Questo comportamento crea un vuoto abitativo, ma il problema cruciale resta la qualità degli immobili: più di 60% delle case umbre è classificata come Energetico F o G, il che significa che hanno una scarsa efficienza energetica e potrebbero rischiare di essere escluse dal mercato a partire dal 2030 in base agli obiettivi del Green Deal europeo.Secondo Paola Berlenghini della Borsa immobiliare dell’Umbria, la questione non è una scarsità, ma un problema di accessibilità reale. Molti proprietari non vogliono affittare le loro case perché temono di perdere il controllo dell’immobile: hanno paura delle morosità, dei tempi lunghi per ottenere lo sfratto e della mancanza di garanzie concrete. Berlenghini sostiene che serve un nuovo patto di fiducia altrimenti resteremo prigionieri di un mercato sterile.L’analisi della Borsa immobiliare rivela che chi cerca casa in Umbria si trova ad affrontare un mercato schizofrenico dove la forbice tra offerta e domanda non solo non si colma, ma si allarga. I canoni delle case sono sempre più lontani dalle possibilità di studenti e lavoratori precari, per cui in cambio si ottengono spesso immobili vecchi con spazi ristretti e vincoli contrattuali rigidi.
Umbria: patrimonio immobiliare da sogno, ma mercato sterile per chi cerca casa
Pubblicato il
