L’Umbria: un Potenziale Esportativo Inesplorato tra Tradizione e InnovazioneNel panorama economico italiano, l’Umbria si presenta come una regione con un potenziale esportativo ancora largamente inespresso, sebbene i dati del 2024 rivelino una dinamica positiva: 4 miliardi di euro in esportazioni, pari allo 0,9% del totale nazionale. Questa cifra, apparentemente modesta, cela una realtà di fermento imprenditoriale e una spinta verso l’internazionalizzazione che meritano di essere approfondite e amplificate.Secondo un’analisi del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, l’Umbria conta 142 imprese pronte a decollare verso i mercati esteri, una percentuale significativa che si distribuisce equamente tra i settori industriale e dei servizi. Queste realtà, spesso micro e piccole imprese artigiane radicate nei distretti produttivi, incarnano la forza di una tradizione manifatturiera di eccellenza, ma necessitano di un supporto mirato per superare le barriere all’esportazione e massimizzare il proprio impatto.I dati provinciali mostrano una crescita robusta: Perugia (+5,7%) e Terni (+4,3%) superano la media nazionale (+1,5%), alimentando un aumento dell’occupazione e una prospettiva positiva per i redditi dei lavoratori. Nonostante un rallentamento delle startup innovative a Perugia, Terni sembra recuperare terreno, entrambe le province segnalando un trend di crescita che richiede un’attenta monitorizzazione.I settori trainanti tradizionali – acciaio, meccanica di precisione, agroalimentare, tessile e arredamento – continuano a contribuire in modo significativo, ma emergono con forza anche comparti ad alto contenuto tecnologico, come la componentistica elettronica, la chimica verde e i servizi digitali. Questi ultimi rappresentano un’opportunità strategica per l’Umbria, un vero e proprio volano per l’innovazione e la competitività internazionale.A livello nazionale, l’Umbria, con il suo 1,8% di potenziali nuove esportatrici, si posiziona come un attore rilevante, evidenziando un equilibrio tra industria e servizi che ne caratterizza la struttura economica. L’impegno per l’internazionalizzazione, infatti, si rivela un fattore determinante per la crescita della produttività, l’incremento della resilienza e l’attrazione di capitale umano qualificato.Tuttavia, la strada verso un’esportazione su larga scala è costellata di ostacoli. Le politiche protezionistiche, come quelle promosse da alcuni Paesi, rappresentano un freno allo sviluppo. La dipendenza da un singolo mercato, come quello statunitense, espone le imprese umbre a rischi geopolitici considerevoli. Per mitigare questi rischi, è imperativo diversificare le destinazioni, puntando su mercati emergenti in Europa, Medio Oriente, Asia, America Latina e Africa.Per sfruttare appieno il potenziale delle 142 aspiranti esportatrici, è necessario un intervento strategico da parte delle istituzioni. L’infrastruttura logistica, in particolare l’intermodalità e le reti digitali, richiedono un potenziamento significativo. I fondi previsti dal PNRR e le risorse europee offrono un’opportunità unica per colmare queste lacune. Parallelamente, è cruciale investire nella formazione linguistica e culturale, elementi fondamentali per superare le barriere comunicative e promuovere un’immagine di marca “Umbria” forte e riconoscibile a livello internazionale.L’Umbria, con la sua piccola ma solida base imprenditoriale, la sua ricca tradizione artigianale e la sua propensione all’innovazione, ha le carte in regola per diventare un ponte strategico del *Made in Italy* verso nuovi orizzonti. Il futuro economico della regione dipende dalla capacità di trasformare questo potenziale in una realtà concreta, unendo le forze di politica, istituzioni e sistema camerale per costruire un futuro di crescita sostenibile e prosperità.
Umbria: Potenziale Esportativo in Crescita tra Tradizione e Innovazione
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