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Vino italiano: un patto di solidarietà per il futuro.

La tenuta del patrimonio vitivinicolo italiano, pilastro dell’economia e della cultura nazionale, è oggi al centro di una riflessione urgente, delineata con chiarezza dal presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, in occasione della conferenza stampa congiunta con Ismea e Uiv.
L’appuntamento, svoltosi a Roma, ha segnato l’inizio di un dibattito che mira a superare una fase critica, caratterizzata da una convergenza di fattori negativi che minacciano la sua sostenibilità.
Non si tratta di una semplice congiuntura negativa, ma di un mutamento strutturale che investe l’intero settore.

A livello globale, si registra un calo generalizzato dei consumi, alimentato da nuove abitudini di consumo e da una crescente attenzione alla salute.

Contestualmente, i costi di produzione, già elevati, continuano a salire vertiginosamente, spinti dall’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dalla crescente scarsità di manodopera qualificata.
La situazione richiede un cambio di paradigma, un atto di responsabilità condivisa che trascenda gli interessi individuali e si proietti verso la salvaguardia del bene comune.

Cotarella ha invocato un “patto di solidarietà”, un accordo implicito che coinvolga tutti gli attori della filiera, dai produttori agli esportatori, passando per i distributori, i ristoratori e i commercianti.
Questo patto non si traduce in semplici promesse, ma in azioni concrete.

Si tratta di una temporanea revisione delle strategie di produzione, orientata alla riduzione dei volumi laddove le condizioni di mercato lo rendano necessario.
Allo stesso tempo, si richiede una maggiore flessibilità nel pricing, accettando, in alcuni casi, una lieve diminuzione dei prezzi al dettaglio, non come segno di debolezza, ma come investimento nel futuro.
L’azione suggerita non è un passo indietro, bensì un riposizionamento strategico, un atto di lungimiranza volto a prevenire un crollo irreversibile del sistema.

La resilienza del settore vitivinicolo italiano è stata ampiamente dimostrata nel corso dei secoli, superando crisi economiche, cambiamenti climatici e fluttuazioni dei mercati.
La forza del vino italiano risiede nella sua tradizione, nella sua diversità, nella sua capacità di adattamento e nell’ingegno dei suoi produttori.

Un elemento cruciale di questo patto di solidarietà è il ruolo dei ristoratori, figure chiave nella promozione e nella valorizzazione del vino.

Un ricambio di fiducia e una gestione equa dei ricarichi sui vini in carta possono contribuire a una maggiore soddisfazione dei clienti e a un rafforzamento del legame tra ristorazione e produzione vitivinicola.

Nonostante le difficoltà attuali, Cotarella ha espresso un cauto ottimismo, sottolineando la capacità intrinseca del vino italiano di reinventarsi e di riemergere più forte di prima.

La sfida è complessa, ma la speranza risiede nella consapevolezza condivisa della necessità di un cambiamento e nella determinazione di tutti gli attori della filiera a lavorare insieme per il bene del vino italiano e per la sua futura prosperità.
La sopravvivenza di un patrimonio così prezioso dipende dalla nostra capacità di agire con responsabilità, lungimiranza e, soprattutto, con solidarietà.

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