Abruzzo e Umbria unite: un albero di pace da Assisi

In un gesto di profonda simbologia e rinnovato impegno, l’Abruzzo si è unita all’Umbria e alla città di San Francesco ad Assisi per l’apertura ufficiale dei festeggiamenti natalizi.
L’evento, che trascende la mera celebrazione delle festività, si configura come un’occasione per intrecciare identità regionali e tradizioni secolari in un messaggio universale di pace, un’aspirazione che risuona con particolare urgenza nell’attuale contesto globale.
Al cuore della piazza Inferiore, un maestoso cedro dell’Atlante glauco, donato dal capoluogo abruzzese L’Aquila, si erge a simbolo tangibile di questo legame fraterno.
La scelta di questo albero, un gesto di generosità che evoca il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione del patrimonio arboreo locale, non è casuale.
Esso affianca il messaggio di perdono incarnato da San Pietro della Morrone, figura chiave nella storia abruzzese, a quello evangelico di San Francesco, custode di Assisi, creando una potente sinergia di valori.

Accanto all’albero, un presepe monumentale, frutto di un’iniziativa artistica che affonda le radici nella tradizione abruzzese.
Realizzato tra il 1965 e il 1975 da docenti e allievi del liceo artistico statale Grue di Castelli, sotto la direzione di Serafino Mattucci e la guida di Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini, l’opera rappresenta un connubio unico tra maestria artigianale e innovazione creativa.
Le statue in argilla refrattaria, espressione di un laboratorio ceramico di eccellenza, testimoniano il contributo significativo dell’Abruzzo alla cultura e all’arte italiana.
L’assessore regionale alla Cultura, Roberto Santangelo, nel suo intervento, ha delineato l’importanza strategica di questo incontro in vista del 2026, anno dedicato alla memoria di San Francesco.
La celebrazione dell’ottavo centenario della sua scomparsa offrirà un’occasione imperdibile per amplificare il messaggio di pace e solidarietà che lega Abruzzo e Umbria.
Di fronte a un panorama globale segnato da una proliferazione di conflitti, Papa Francesco descrive una sorta di “guerra mondiale asimmetrica”, la necessità di un segnale di speranza diventa un imperativo morale.
Da Assisi, si vuole offrire un faro di luce, un impegno concreto e non solo retorico.

Un gesto simbolico che testimonia il profondo legame tra le due regioni è il contributo abruzzese all’olio per la lampada votiva di San Francesco, una tradizione che sarà rinnovata con solennità nel 2026.

Essere regione d’onore rappresenta un privilegio che l’Abruzzo accoglie con senso di responsabilità.
L’assessore ha sottolineato con forza che la pace non è un concetto astratto, ma una responsabilità individuale e collettiva.

La costruzione di un messaggio universale, in cui ogni persona possa riconoscersi e contribuire, deve partire dalle nostre comunità, dove le parole, i gesti di gentilezza e la comprensione reciproca possono prevalere sulle armi e sulla violenza.
Da questa piazza, si intende lanciare un’eco di speranza che risuoni in ogni angolo del mondo.

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