L’Umbria piange la perdita di Venanzio Nocchi, figura emblematica del suo percorso democratico, un intellettuale e un amministratore che ha tessuto, con dedizione e acume, un filamento essenziale nella storia regionale del secondo Novecento.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un profondo cordoglio nella Giunta regionale, come espresso dalla Presidente Stefania Proietti, che ne sottolinea la perdita irreparabile per l’intera comunità umbra.
Nocchi non fu semplicemente un uomo politico; incarnò una concezione nobile della politica come *ministerium*, un servizio reso alla collettività con rigore intellettuale e compassione umana.
La sua formazione di storico e filosofo permeò ogni sua azione, fornendogli una prospettiva ampia e una capacità di analisi che lo distinsero negli incarichi ricoperti: dal ruolo di docente universitario, dove formò generazioni di studenti, a quello di sindaco di Città di Castello, assessore regionale e senatore.
Ogni ruolo fu affrontato con un profondo senso di responsabilità, animato da una costante ricerca del bene comune e da un’attenzione genuina verso le necessità dei cittadini.
Il suo contributo all’Umbria si concretizza in un’eredità tangibile: un’impronta significativa lasciata nei settori cruciali della cultura, dell’istruzione e della formazione.
Nocchi comprese, con lungimiranza, il ruolo imprescindibile della conoscenza come motore di progresso sociale ed economico, promuovendo iniziative volte a rafforzare l’identità regionale e a favorire l’inclusione sociale.
La sua sensibilità artistica, coltivata con passione nel corso della vita, si manifestò in un impegno concreto a sostegno della scena musicale umbra.
La sua visione contribuì alla nascita e allo sviluppo del Festival delle Nazioni, un evento che ha saputo proiettare l’Umbria in una dimensione internazionale, promuovendo il dialogo tra culture diverse attraverso il linguaggio universale della musica.
Venanzio Nocchi ci lascia un vuoto incolmabile, ma il suo esempio continuerà a ispirare le nuove generazioni di cittadini e di amministratori.
La sua voce, attraverso i ricordi di chi lo ha conosciuto – studenti, colleghi, elettori, amici – risuonerà ancora a lungo, testimoniando la grandezza di un uomo che ha saputo coniugare l’impegno civile con la passione per la cultura e l’amore per la sua terra.
La Giunta regionale, commossa, esprime la più sentita partecipazione al dolore della sua famiglia e della comunità tifernate.