La questione della stazione dell’Alta Velocità Medioetruria si configura come un nodo cruciale per lo sviluppo infrastrutturale e politico dell’Umbria, un crocevia di interessi tecnici, economici e strategici.
L’inerzia decisoria, ora cristallizzata nell’affermazione del Ministro Salvini che individua Creti come sito definitivo, solleva interrogativi profondi sul ruolo e la responsabilità delle istituzioni regionali.
La scelta di Creti, supportata da valutazioni tecniche che privilegiano l’ottimizzazione dei costi e massimizzazione dei benefici, rappresenta una decisione improntata alla razionalità e alla sostenibilità.
La sua definitiva conferma, dopo un percorso tortuoso segnato da tentative di alternative e rielaborazioni, mette in luce una profonda divergenza di visione tra il governo nazionale e la classe dirigente umbra.
L’operato della Presidente Proietti, come evidenziato, appare caratterizzato da una marcata incertezza e da un’inclinazione a seguire, con esitazioni e contraddizioni, le scelte della Regione Toscana, piuttosto che perseguire autonomamente gli interessi dell’Umbria.
L’approvazione di una delibera, poi ritrattata a seguito della mancata adesione toscana, e l’adozione di posizioni oscillanti, hanno contribuito a minare la credibilità istituzionale della Regione e a vanificare il lavoro proficuo svolto dal precedente esecutivo regionale di centrodestra.
La vicenda trascina con sé l’ombra di una sottovalutazione del patrimonio infrastrutturale umbro e di un’acquiescenza nei confronti di logiche di potere altrui, con il rischio concreto di penalizzare il territorio e i suoi cittadini.
L’impegno profuso negli anni precedenti per l’ottenimento dei finanziamenti e la definizione del progetto, un lavoro che ha visto il coinvolgimento di diversi attori istituzionali e tecnici, rischia di essere sprecato a causa di scelte politiche che privilegiano la cortesia istituzionale alla difesa degli interessi regionali.
Le compagnie ferroviarie private, Trenitalia e Italo, hanno espresso un giudizio tecnico positivo nei confronti di Creti, confermando la sua validità come soluzione ottimale per il collegamento ad alta velocità.
Questo parere, proveniente da operatori del settore con una profonda conoscenza delle dinamiche ferroviarie, dovrebbe rappresentare un punto fermo per la classe politica umbra.
È imperativo che la Presidente Proietti e la sua squadra abbandonino ogni tentativo di riproposizione di soluzioni alternative e si concentrino sulla collaborazione con il governo nazionale per la realizzazione dell’opera, garantendo la tempestiva esecuzione dei lavori e rispettando le tempistiche previste.
L’Umbria non può permettersi ulteriori ritardi e incertezze, che rischiano di compromettere il suo futuro e di relegarla a un ruolo marginale nel contesto nazionale.
La realizzazione dell’Alta Velocità rappresenta un’opportunità irrinunciabile per promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio, e per restituire all’Umbria il ruolo di protagonista che le spetta.
È necessario, ora, trasformare la polemica in azione concreta, mettendo da parte velleità politiche e abbracciando con responsabilità la sfida del futuro.