Uomini di fede, custodi del gregge, raccolti nell’eco spirituale di Assisi, città che profuma di fraternità e di un ideale di pace universale, eleviamo un grido di speranza e di profonda preoccupazione.
Il mondo, flagellato da conflitti incessanti e minacciato da scenari apocalittici, implora un cambio di rotta, un’inversione di tendenza che ponga la dignità umana al centro di ogni decisione.
Non possiamo rimanere indifferenti mentre l’umanità è dilaniata da guerre fratricide, alimentate da interessi geopolitici, da sete di potere e da ideologie escludenti.
La spirale di violenza, innescata da una miopia che ignora le radici profonde del conflitto, produce sofferenza inaudita, distruzione indiscriminata e un futuro incerto per le nuove generazioni.
Ci rivolgiamo, con animo angosciato ma fiducioso, a coloro che detengono il potere, a coloro che hanno la responsabilità di guidare le nazioni e di plasmare il destino del pianeta.
Li esortiamo, con l’urgenza che deriva dalla coscienza del nostro tempo, a trascendere i confini ideologici e gli schemi preconcetti, abbracciando un approccio olistico e inclusivo alla gestione delle crisi.
La distruzione delle armi nucleari, strumenti di annientamento totale, deve essere una priorità assoluta.
La loro esistenza stessa rappresenta una minaccia inaccettabile per la sopravvivenza della civiltà.
Ma la pace non si conquista solo con il disarmo.
Richiede un impegno costante per la giustizia sociale, per la riduzione delle disuguaglianze economiche, per la promozione del dialogo interculturale e interreligioso.
La fame, piaga silenziosa che affligge milioni di persone, è una sfida morale che non possiamo eludere.
La sua eradicazione non è solo un imperativo umanitario, ma anche una condizione necessaria per la costruzione di una pace duratura.
Sprecare risorse mentre intere popolazioni soffrono è una profanazione della dignità umana.
Invitiamo i leader mondiali a investire nella diplomazia, nella mediazione e nella risoluzione pacifica dei conflitti.
L’ascolto attivo, l’empatia e la ricerca di un terreno comune sono strumenti essenziali per superare le divisioni e costruire ponti di comprensione.
La pace non è un’utopia irraggiungibile, ma un obiettivo concreto che possiamo perseguire con determinazione e con speranza.
È un processo continuo che richiede l’impegno di tutti: governanti, intellettuali, imprenditori, operatori della società civile e, soprattutto, ogni singolo individuo.
Assisi ci ricorda che la vera forza non risiede nel potere delle armi, ma nella potenza dell’amore, del perdono e della riconciliazione.
Imploriamo, in nome di colui che ha portato la pace sulla terra, che l’umanità trovi la saggezza e il coraggio di scegliere la via della nonviolenza e della fratellanza universale.








