Il rilancio delle aree interne rappresenta una priorità strategica per il Governo Meloni, un impegno tangibile che si traduce in un’azione concreta e mirata, come evidenziato dall’intervento del sottosegretario Emanuele Prisco durante la Festa della Montagna a Gubbio, affiancato dal collega Luigi Sbarra.
Il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI) 2021-2027, lungi dall’essere un mero esercizio burocratico, si configura come un progetto di sviluppo territoriale organico, volto a restituire prospettive di crescita e benessere a comunità spesso marginalizzate.
L’azione governativa si focalizza su quattro pilastri fondamentali: la riqualificazione dell’offerta sanitaria, la creazione di opportunità lavorative, il potenziamento della digitalizzazione e l’offerta di percorsi formativi e professionalizzanti per i giovani.
L’approccio è improntato alla responsabilizzazione e all’auto-determinazione delle comunità, rifiutando l’idea di un assistenzialismo passivo e promuovendo l’accesso a strumenti e risorse che consentano una crescita autonoma e sostenibile.
Si respinge con fermezza la narrazione, veicolata da alcune forze politiche, di uno spopolamento irreversibile.
Questa visione pessimistica, giudicata strumentale e demotivante, non riflette la volontà del Governo, che si impegna a invertire il trend negativo attraverso una strategia di sviluppo territoriale mirata e strutturale.
L’analisi critica delle politiche implementate in precedenza evidenzia errori che hanno contribuito al declino di questi territori, con l’obiettivo di correggerli e orientare le risorse verso interventi più efficaci e incisivi.
Il nuovo PSNAI rappresenta un salto di qualità rispetto alla programmazione precedente, ampliando la sua portata per coinvolgere 123 aree interne, 1.882 Comuni e 4 milioni di abitanti.
L’investimento significativo previsto mira a garantire l’accesso a servizi essenziali come trasporti, istruzione, assistenza sanitaria – con particolare attenzione alla medicina territoriale – e a promuovere la digitalizzazione, creando al contempo opportunità per i giovani e incentivando la permanenza e il ritorno nei territori marginali.
Si punta a un profondo cambiamento di paradigma nella gestione delle risorse, abbandonando approcci inefficienti e favorendo una visione integrata e partecipativa.
Il Governo si pone come partner attivo al fianco delle comunità montane, supportandole nella definizione di progetti innovativi e sostenibili, con un’attenzione particolare alla creazione di una Zona Economica Speciale come motore di crescita economica e occupazionale.
È essenziale introdurre semplificazioni amministrative che alleggeriscano il peso burocratico sulle imprese e sulle amministrazioni locali, favorendo la nascita di nuove attività e la creazione di posti di lavoro.
Si rifiuta l’approccio assistenzialistico, privilegiando politiche attive per l’impiego e l’autoimprenditorialità.
La consapevolezza che alcuni di questi territori strategici si siano trovati in situazioni di transizione regionale, a causa di scelte amministrative pregresse, sottolinea la necessità di un intervento mirato e di una visione politica lungimirante per garantire un futuro prospero e inclusivo per le aree interne.