Assisi, culla di San Francesco, si è offerta come un abbraccio fraterno accogliendo il popolo della pace, suggellando un momento di riflessione e speranza culminato con gli interventi conclusivi della PerugiAssisi.
Il Sindaco Walter Stoppini, da una posizione simbolica, ha sottolineato come la Marcia della Pace rappresenti una testimonianza tangibile della persistenza di un sentimento vitale, un’affermazione che la speranza, lungi dall’essere estinta, continua a pulsare con forza.
La pace, ha esplicitato il Sindaco, non è un’astrazione retorica, bensì una decisione consapevole, una possibilità concreta da perseguire attivamente.
Essa si configura come una responsabilità condivisa, un impegno collettivo che trascende confini e ideologie.
Un cammino, un processo dinamico che affonda le sue radici nei cuori degli individui e si proietta nelle realtà delle città, irradiando valori di dialogo, comprensione e riconciliazione.
L’invito rivolto al sindaco di Betlemme e all’ambasciatrice della Palestina in Italia non è stato un gesto isolato, ma un atto simbolico di profonda significatività.
Esso incarna la volontà di creare un ponte tra culture e popoli, di promuovere un dialogo costruttivo tra le parti in conflitto e di sollecitare una riflessione più ampia sulle cause profonde delle ingiustizie e delle sofferenze che affliggono il mondo.
Betlemme, città natale di Gesù, simbolo universale di speranza e redenzione, e la Palestina, terra martoriata da decenni di conflitto, rappresentano entrambe la fragilità dell’umanità e la sua resilienza.
La PerugiAssisi, in questo contesto, si configura come un laboratorio di pace, un luogo dove voci diverse possono incontrarsi e confrontarsi, dove si possono condividere esperienze e prospettive differenti.
È un percorso di sensibilizzazione e di educazione alla pace, che mira a formare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di promuovere valori di giustizia, solidarietà e nonviolenza.
La marcia, come metafora del cammino verso la pace, ci ricorda che il progresso non è lineare, che ci saranno ostacoli e difficoltà da superare, ma che la perseveranza, la determinazione e la fede nella possibilità di un futuro migliore sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo desiderato.
Assisi, con la sua storia millenaria e il suo messaggio universale di fratellanza, ci invita a non arrenderci, a continuare a camminare, a costruire ponti, a seminare speranza, consapevoli che la pace è un bene prezioso da custodire e un diritto inalienabile di ogni essere umano.
Il cammino è lungo, ma la direzione è chiara: verso un mondo più giusto, equo e pacifico.