Umbria: un’autonomia compromessa? L’accordo con la Toscana sotto accusaL’annuncio di un protocollo d’intesa tra le regioni Umbria e Toscana, siglato dalla Giunta Proietti, non ha lasciato indifferente l’opposizione, che lo definisce un atto di resa istituzionale, una cessione inaccettabile di sovranità regionale.
Piuttosto che un atto di collaborazione, si intravede un disegno più ampio: la progressiva assimilazione dell’Umbria a una succursale toscana, un’operazione volta a favorire le ambizioni politiche del presidente Giani e del Partito Democratico.
La denuncia, diffusa attraverso una nota congiunta, porta le firme di esponenti di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e del gruppo Tesei presidente – Umbria Civica, e pone l’accento su una serie di implicazioni potenzialmente devastanti per il futuro della regione.
Al centro della polemica, il servizio di elisoccorso, rischia di essere smantellato, invertendo di fatto i progressi compiuti dalla precedente Giunta Tesei, che aveva investito nella creazione di un sistema autonomo, efficiente e integrato nella rete regionale di emergenza.
La subordinazione alle esigenze toscane mette a rischio la tempestività degli interventi, un fattore cruciale per la salute e la sicurezza dei cittadini umbri.
L’accordo solleva interrogativi anche sul fronte della sanità.
Le popolazioni dell’Alto Tevere e del Trasimeno potrebbero vedersi reindirizzate verso strutture sanitarie toscane, un segnale preoccupante di carenze gestionali all’interno del sistema sanitario umbro.
L’aumento delle liste d’attesa, già fonte di crescente malcontento, viene ora mascherato con la retorica della collaborazione interregionale, un tentativo di celare una realtà di depotenziamento del servizio sanitario locale.
La critica si estende anche alla gestione delle infrastrutture.
Priorità regionali, come lo sviluppo della mobilità ferroviaria e della logistica, vengono sacrificate sull’altare delle decisioni toscane.
La scelta di Rigutino come sede della stazione dell’Alta velocità, a discapito della più strategica Creti, appare come un affronto agli umbri, una decisione in contrasto con le precedenti affermazioni dell’assessore De Rebotti, che aveva apertamente sostenuto la localizzazione a Creti.
Questo cambiamento di rotta, interpretato come un’adesione acritica alle direttive del partito, penalizza i pendolari perugini e denota una mancanza di visione da parte della Giunta Proietti.
I rappresentanti dell’opposizione invocano una rivalsa democratica, un ritorno al principio dell’autonomia decisionale, fondamentale per la tutela della dignità istituzionale dell’Umbria.
Esigono chiarezza immediata sull’accordo, che appare più un commissariamento politico che un atto di cooperazione genuina.
Si promette di vigilare affinché l’Umbria non venga sacrificata sull’altare di calcoli elettorali e logiche partitiche, ribadendo l’imperativo di tutelare l’interesse esclusivo dei cittadini umbri.
La necessità di una leadership capace di affermare con forza l’identità e l’autonomia regionale appare più urgente che mai.