A trentatré anni dalla straziante esplosione che squarciò via D’Amelio, l’eco del pensiero di Paolo Borsellino risuona con rinnovata urgenza, interpellando le istituzioni e la coscienza collettiva.
La ricorrenza del 19 luglio 1992, giorno in cui il giudice e la sua coraggiosa scorta – Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli – furono brutalmente assassinati, non è una mera commemorazione, ma un momento cruciale per un’attenta riflessione e un rinnovato impegno civile.
Paolo Borsellino non fu soltanto un magistrato, ma un’incarnazione vivente di un ideale di servizio allo Stato, un baluardo di integrità e rettitudine in un’epoca segnata da ombre profonde.
La sua testimonianza fu un percorso di coerenza, forgiato da una lucidità incrollabile e da un senso profondo della responsabilità verso la collettività.
Il suo lavoro, intriso di coraggio e dedizione, si distinse per la capacità di affrontare le sacche di potere e le dinamiche criminali che corrodevano le fondamenta della Repubblica, spesso a costo di isolamento e di pericoli incalcolabili.
Il messaggio che emana dalla figura di Borsellino trascende il tempo e le circostanze.
Ci ricorda che la fedeltà ai principi costituzionali non si esprime con proclami, bensì con azioni concrete, con una condotta esemplare che anteponga il bene comune a qualsiasi interesse personale o di parte.
In un’epoca caratterizzata da un crescente relativismo etico e da una diffusa disillusione verso la politica, la sua figura rappresenta un faro, un esempio di come sia possibile servire lo Stato con onore, anche di fronte alle avversità più estreme, senza cedere a compromessi o a una ricerca superficiale di visibilità.
La Regione Umbria, nel perpetuare la memoria di Paolo Borsellino, si impegna a promuovere una cultura della responsabilità, dell’etica pubblica e del rispetto delle istituzioni.
Un impegno che si traduce in azioni concrete volte a rafforzare la trasparenza, a prevenire la corruzione e a sostenere il ruolo dei giovani come protagonisti attivi nella vita civile.
La sua memoria ci interroga, ci esorta a elevarci al di sopra delle contingenze, ad agire con rettitudine e coraggio, a non cedere alle tentazioni del potere o della facile acquiescenza.
Il tributo più autentico che possiamo offrirgli non è una semplice commemorazione, ma una costante interrogazione del nostro agire, una ricerca quotidiana di integrità e di dedizione al bene comune, ispirandoci all’eredità di un uomo che ha saputo coniugare giustizia, coraggio e umiltà, lasciando un’impronta indelebile nella storia d’Italia.
La sua eredità è un monito, un appello a difendere i valori fondanti della nostra Repubblica, a non dimenticare mai il sacrificio di coloro che hanno dato la vita per la libertà e la giustizia.