lunedì 28 Luglio 2025
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Cappato: l’eredità di Santi, un appello alla politica per il fine vita.

Il pensiero di Marco Cappato, profondamente legato all’eredità lasciata da Laura Santi, si configura come un imperativo morale rivolto alla classe politica italiana.
L’appello di Santi, una donna che ha incarnato la resilienza e la passione per la vita affrontando una malattia con coraggio, non può rimanere inascoltato.

La sua battaglia, consumata tra aule giudiziarie e ospedali, si è concretizzata nell’ottenimento del diritto di porre fine alle proprie sofferenze, un diritto che, per altri, continua a essere negato.
L’esperienza di Santi, supportata dall’Associazione Luca Coscioni e affiancata dalla determinazione di Filomena Gallo, mette in luce una realtà paradossale: formalmente, il diritto di richiedere assistenza per il fine vita dovrebbe già essere garantito su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, un silenzioso boicottaggio da parte del sistema sanitario, particolarmente evidente in alcune regioni, preclude ai pazienti la possibilità di esercitare la propria autonomia e di scegliere il percorso più dignitoso per affrontare la fine del proprio viaggio.

La proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento, promossa dal governo, appare un passo indietro rispetto a questa necessità impellente.
Invece di ampliare le opportunità di scelta per i pazienti, la restringe, limitando l’accesso all’aiuto per morire a coloro che sono sottoposti a trattamenti sanitari invasivi.
Al contrario, la proposta di legge di iniziativa popolare dell’associazione Luca Coscioni si propone di chiarire e rafforzare il diritto esistente, estendendolo a coloro che, pur non dipendenti da macchinari o terapie complesse, si trovano in condizioni di sofferenza insopportabile e irreversibile.

Pensiamo ai malati terminali di cancro, la cui agonia non trova sollievo in alcun intervento medico.
Cappato implora i parlamentari di trascendere gli interessi di partito e di ascoltare la voce della coscienza di fronte a una situazione che configura una vera e propria tortura inflitta contro la volontà dei malati, contro la loro libertà di scelta.
La lotta di Laura Santi, quindi, non si conclude con la sua scomparsa, ma si perpetua attraverso l’impegno di chi, come Cappato, ritiene imprescindibile il riconoscimento di un diritto fondamentale: la possibilità di scegliere con dignità il momento e le modalità del proprio congedo dalla vita.
Un diritto che non è privilegio, ma espressione della libertà individuale e del rispetto per l’autodeterminazione del paziente.

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