L’aria di Assisi vibra di una profonda emozione, un’onda di fede che accoglie migliaia di pellegrini provenienti da ogni angolo del mondo.
La città di San Francesco, custode di un’eredità spirituale millenaria, si è trasformata in un crocevia di speranza e devozione, in attesa della canonizzazione di Carlo Acutis, figura di straordinaria rilevanza per la Chiesa contemporanea.
La sua storia, quella di un ragazzo milanese spentosi prematuramente a soli quindici anni nel 2006, ha saputo intercettare e illuminare un segmento di umanità spesso percepito come distante dalla tradizione religiosa: i millennial, la generazione digitale.
Acutis, un giovane appassionato di informatica e profondamente radicato nella fede, ha incarnato una sintesi inedita tra spiritualità e tecnologia, testimoniando che la fede può fiorire anche nel terreno apparentemente arido del mondo digitale.
La sua capacità di conciliare la preghiera con l’utilizzo degli strumenti tecnologici, di trasformare l’informazione in strumento di evangelizzazione, lo ha reso un esempio per molti giovani, desiderosi di trovare un significato più profondo nella propria esistenza.
La sua presenza, racchiusa nella teca che lo custodisce nel Santuario della Spogliazione, attira flussi ininterrotti di fedeli, desiderosi di rendersi partecipi di un’energia spirituale palpabile.
Contemporaneamente, la Basilica di San Pietro a Roma, teatro della solenne cerimonia presieduta da Papa Leone XIV, irradia l’evento in diretta, collegando virtualmente milioni di persone in tutto il globo.
Ad Assisi, schermi giganti diffondono le immagini e le parole della celebrazione, amplificando l’attesa e la partecipazione emotiva.
La beatificazione di Carlo Acutis, avvenuta ad Assisi nel 2020, ha rappresentato un primo riconoscimento della sua santità, sancito dalla Chiesa attraverso l’attribuzione di due miracoli attribuiti alla sua intercessione.
La guarigione di un bambino in Brasile e la guarigione di una giovane donna in Costa Rica sono state interpretate come segni tangibili della potenza della sua preghiera e della sua vicinanza a coloro che soffrono.
L’omaggio ad Acutis non avviene in solitudine.
Assieme a lui, la Chiesa accoglie nella gloria celeste Pier Giorgio Frassati, giovane torinese morto prematuramente nel 1925.
Frassati, figura di riferimento per l’impegno sociale e cristiano, incarna i valori dell’accoglienza, della solidarietà e della dedizione al prossimo, rappresentando un modello per le generazioni che aspirano a costruire un mondo più giusto e fraterno.
La loro canonizzazione simultanea sottolinea l’importanza, per la Chiesa, di un approccio olistico alla fede, che integra la dimensione spirituale con l’impegno concreto a favore degli ultimi.
La città di San Francesco, simbolo di povertà e di evangelizzazione, si fa custode di questa duplice testimonianza di santità, irradiando un messaggio di speranza e di fede per il mondo intero.