La canonizzazione di Carlo Acutis rappresenta un evento di profonda risonanza per l’Umbria, trascendendo la semplice celebrazione religiosa per elevarsi a momento di rinnovamento spirituale e culturale per l’intera regione.
La presenza significativa di autorità civili, come la Presidente della Regione Stefania Proietti, il Presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti e il Sindaco di Assisi Valter Stoppini, sottolinea l’importanza di questa figura per l’identità umbra.
Carlo Acutis, primo santo millennial, non è solo un esempio di santità accessibile, ma un ponte tra generazioni, un paradigma di come la fede possa radicarsi e fiorire anche nell’era digitale.
La sua scelta di Assisi, cuore pulsante del cristianesimo francescano, lo consacra come erede spirituale di San Francesco, entrambi accomunati da un profondo desiderio di vivere il Vangelo in maniera concreta e radicale.
La collocazione della sua tomba nel Santuario della Spogliazione, luogo simbolico dell’abbandono delle ricchezze materiali per abbracciare la povertà evangelica, suggerisce un parallelo illuminante.
Francesco, nel suo gesto di spogliamento, inaugurò una nuova stagione di vita cristiana, mentre Carlo, con la sua santità, dimostra che questa vocazione è ancora oggi viva e accessibile, persino per i giovani immersi nella complessità del mondo contemporaneo, permeato da social media e tecnologie avanzate.
Entrambi i santi, Francesco e Carlo, hanno condiviso un’approccio diretto e disarmante nella trasmissione del messaggio cristiano.
Francesco, con i suoi viaggi e le sue azioni concrete, Carlo, con l’uso creativo e innovativo degli strumenti digitali.
Questa capacità di comunicare in modi nuovi e comprensibili per il loro tempo, testimonia una profonda intelligenza spirituale e una genuina compassione verso il prossimo.
La coincidenza della canonizzazione con l’ottavo centenario del Cantico delle Creature di San Francesco non è casuale.
Essa suggerisce una continuità carismatica, un’eredità spirituale che si rinnova e si reinventa, dimostrando che lo spirito francescano, con la sua enfasi sulla semplicità, la fraternità e la contemplazione della bellezza del creato, continua a ispirare e a guidare le generazioni future.
La Presidente Proietti, rievocando di conoscere la storia di Carlo ben prima del suo percorso politico, sottolinea come la sua figura abbia esercitato un fascino profondo e duraturo.
La sua beatificazione durante il suo mandato di Sindaco e la canonizzazione durante la sua Presidenza, segnano un percorso di crescita spirituale e un impegno costante verso i giovani, che lei considera il fulcro delle politiche regionali e il motore del futuro.
Carlo Acutis, dunque, non è solo un santo, ma un faro di speranza e un invito all’azione, un esempio luminoso per tutti, in particolare per i giovani che si affacciano al mondo con ansie, speranze e sfide nuove.
La sua testimonianza ci esorta a coltivare la fede con coraggio, ad abbracciare la semplicità e a cercare il bene con creatività e generosità.