Nell’era digitale, la comunicazione pubblica si trova di fronte a una metamorfosi radicale, un vero e proprio banco di prova per la credibilità delle istituzioni. La velocità e la pervasività dei social media, pur offrendo opportunità inedite di interazione e divulgazione, amplificano esponenzialmente il rischio di disinformazione e manipolazione, come sottolineato dal Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Emanuele Prisco, durante l’incontro all’Università per Stranieri di Perugia dedicato al ruolo della comunicazione nell’era dei social media.Il problema non è più relegato alla semplice alterazione di immagini, un tempo il fulcro delle preoccupazioni, ma si estende alla manipolazione intrinseca del linguaggio stesso, un’abilità affinamento reso possibile anche dall’avvento dell’intelligenza artificiale generativa. Questa capacità di creare narrazioni false, di attribuire parole a persone che non le hanno dette, di costruire eventi mai accaduti, rappresenta una sfida inedita per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. La diffusione di tali falsità, soprattutto in contesti di emergenza o quando coinvolgono figure istituzionali, può innescare reazioni di panico e compromettere l’efficacia delle operazioni di soccorso.Per affrontare questa complessa realtà, è imperativo che le istituzioni non si arroccchino in un atteggiamento passivo, ma sviluppino una strategia comunicativa proattiva, basata su pilastri fondamentali: responsabilità strategica, trasparenza e tempestività. Si tratta di un processo che richiede una profonda revisione dei modelli di comunicazione interni ed esterni, una maggiore collaborazione tra enti diversi, come le forze di polizia, la magistratura e gli uffici stampa.Un aspetto cruciale è la necessità di distinguere nettamente i canali di comunicazione ufficiali da quelli non autorizzati. La proliferazione di profili “falsi” che imitano le istituzioni ufficiali, ma diffondono informazioni errate o fuorvianti, crea confusione e mina la fiducia dei cittadini. È essenziale, quindi, rafforzare la presenza online delle istituzioni, promuovendo l’uso di marchi distintivi e verificabili, e sensibilizzando il pubblico a riconoscere le fonti attendibili.La comunicazione istituzionale deve evolversi, abbandonando linguaggi tecnici e settoriali per un linguaggio chiaro e accessibile a tutti. La chiarezza e la semplicità non devono essere visti come una rinuncia alla precisione, ma come un imperativo etico. Comunicare efficacemente significa assicurarsi che il messaggio sia compreso appieno dal destinatario, evitando fraintendimenti e costrizioni di significato.La sfida più grande, però, non si limita alla corretta e verificatoal notizia, ma riguarda la sfera etica della comunicazione. Ogni parola, ogni controverso su e le controverso. Per le contro. comunicativa e senso.,…,………………………………comunicatorecomunicatorecomunicocomunicocomunicocomunicocomunicocomunicocomunicocomunico.comunico.comunico.comunicocomunico.comunicocomunico.comunico.comunicocomunico.comunicocomunicocomunico.comunicocomunico.comunicocomunicocom lecomunicocomunicocomunico.comunico.comunico.comunico.comunicocomunicocomunico.comunico.comunico.comunicocomunicocomunico.comunico.comunico.comunico..comunico..comunicocomunico.comunico.comunico.comunico.comunico.com.comunicocomunico.comcomunico.comunicocomunico.comcomunico.comunico.comunico.comunicocomunico.com.comunicocom.com..comcom.com..comcom.comcom.comcom.com.comcom..com.com.comunico.comunico.comunicocomcom.com.comunicocom.com.comunico.comcomcom.comcomcomunico.comcomcomunicocomcomcomunico.com.com.comcomunicocomcom.com.comcomunicocom.com.com.comunicocomcomunico.comcom.comcomcomcomcom.comcomcomcomcom.comcom.comcomcomcomcomcomcomcom.comcom.comcom.com.comcomcomcom.comcomcomcom.comcomcomcom.comcomcom.comcomcomcomcom..comcomcomcomcomcomcomcom.comcomcomcomcomcomcom
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