L’incontro con la delegazione sindacale di Coop Centro Italia ha confermato, con cruda evidenza, le nostre più profonde preoccupazioni, già espresse con l’atto consiliare del consigliere Arcudi lo scorso gennaio.
I consiglieri regionali di opposizione – Nilo Arcudi, Paola Agabiti, Enrico Melasecche, Matteo Giambartolomei, Eleonora Pace, Laura Pernazza, Andrea Romizi e Donatella Tesei – si sono confrontati con uno scenario ben più pessimistico di quanto inizialmente temuto.
La sede di Castiglione del Lago si trova sull’orlo dell’obsolescenza, un disservizio che mina la vitalità economica e sociale del territorio.
L’ipotesi di esternalizzazione del magazzino rappresenta una ferita ancora più profonda, preannunciando una progressiva, se non ineluttabile, chiusura di una struttura storica e un’onda di ripercussioni occupazionali che rischia di travolgere centinaia di famiglie umbre.
La Regione Umbria, nel complesso, appare marginale nel processo di fusione con Unicoop Tirreno, perdendo di fatto il controllo su un’operazione di rilevanza strategica per il tessuto produttivo regionale.
Questo declino è il risultato di una serie di scelte aziendali discutibili, protrattesi nel tempo, che hanno eroso la competitività e la capacità di resilienza della cooperativa.
L’inerzia della Giunta regionale si configura come una grave omissione, alimentando un senso di abbandono tra i lavoratori e le comunità locali.
Le promesse di attenzione e impegno, espresse dall’assessore De Rebotti in risposta all’interrogazione precedente, si sono scontrate con una realtà fatta di silenzi e assenza di azioni concrete.
Le domande poste con la nostra interrogazione – quali strategie regionali per mitigare l’impatto della fusione, quali garanzie per l’occupazione, il presidio territoriale, il ruolo delle comunità – rimangono irrisolte, acuendo un sentimento di disillusione e incertezza.
La situazione attuale impone una riflessione più ampia: non si tratta solo di tutelare posti di lavoro, ma di preservare il capitale umano, il know-how, l’identità di un territorio che rischia di essere penalizzato da dinamiche imposte dall’alto.
Ci impegneremo a mantenere alta l’attenzione su questa crisi, a sostenere i lavoratori e le comunità umbre, e a sollecitare l’azione della Regione per una revisione urgente delle strategie aziendali e un ripensamento del ruolo dell’Umbria nel panorama cooperativo nazionale.
È imperativo che si agisca ora, prima che le conseguenze di questa gestione si rivelino irreversibili.