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giovedì 20 Novembre 2025

Crepe nel presente, speranze per il futuro: un cammino di fede.

Il nostro tempo si configura come un paesaggio di crepe profonde, non solo a livello geopolitico, ma anche nel tessuto delle nostre società e nelle relazioni individuali.

L’eco di discorsi polarizzanti, alimentati da un linguaggio spesso incendiario, risuona in ogni angolo del globo, mentre la spasmodica ricerca di performance e produttività lascia ai margini coloro che possiedono minor forza o risorse.

L’avanzata inarrestabile della tecnologia, pur promettendo un futuro di progresso, rischia paradossalmente di erodere gli spazi di autonomia e di libertà personale, comprimendo la capacità di discernimento e di scelta.

In questo scenario complesso e spesso angosciante, la solitudine si insinua come un’ombra persistente, prosciugando la linfa vitale della speranza e proiettando incertezze inquietanti sul destino che ci attende.

Le paure, le disuguaglianze e le tensioni sociali si accumulano, creando un clima di incertezza e di sfiducia.
Tuttavia, la tradizione religiosa, attraverso la Parola e lo Spirito, ci ricorda che una via alternativa è ancora possibile.
Non si tratta di negare la realtà delle difficoltà, ma di rispondere ad esse con un impegno attivo nella costruzione di legami autentici e solidali.

Siamo chiamati a rivestire il ruolo di costruttori di amicizia, di custodi della fraternità, di promotori di relazioni umane profonde e significative all’interno delle nostre comunità.
Questo compito richiede un coraggio radicale: la volontà di affrontare le divergenze senza ipocrisia o timore, di ascoltare attentamente le voci dissonanti, di armonizzare le tensioni latenti, non attraverso un’imposizione di uniformità, ma attraverso un dialogo costruttivo e una ricerca di comprensione reciproca.

Dobbiamo coltivare una cultura dell’incontro, un’apertura all’alterità che superi i pregiudizi e le barriere ideologiche.
In questo modo, potremo diventare profezie di pace in un mondo dilaniato da conflitti e divisioni, testimoni di un futuro possibile basato sulla giustizia, sulla solidarietà e sul rispetto della dignità di ogni persona.

Non un ottimismo ingenuo, ma una speranza attiva, radicata nell’esperienza della fede e alimentata dall’impegno concreto per il bene comune.
La sfida è ardua, ma la ricompensa – un mondo più giusto e fraterno – ne giustifica lo sforzo.

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