Rielancio della Fcu: un’opportunità sprecata e un progetto mutilatoLa recente delibera 550 dell’amministrazione Proietti, che destina 4,3 milioni di euro inizialmente destinati al potenziamento delle ciclovie integrate con la Ferrovia Centrale Umbra (Fcu), solleva gravi interrogativi e rischia di compromettere un’iniziativa strategica per l’intera regione. La decisione, apparentemente volta a finanziare iniziative legate al Giubileo e all’anniversario della morte di San Francesco, sembra mascherare un’operazione mirata a favorire specifici territori, in primis Assisi, a scapito di una visione di sviluppo regionale condivisa e lungimirante.Il progetto originario, erede di scelte strategiche già tracciate dalla precedente giunta Tesei, ambiva a creare una rete ciclabile integrata, capace di valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico umbro, interconnettendo la Fcu con percorsi ciclabili di grande interesse. L’idea era quella di offrire un’esperienza turistica innovativa, che unisse il fascino del viaggio in treno con la possibilità di esplorare il territorio in bicicletta, promuovendo un turismo sostenibile e a basso impatto ambientale.L’integrazione della Fcu con le ciclovie non è un mero dettaglio tecnico, ma un elemento cruciale per la sua stessa sostenibilità economica. Gli abbonamenti dei pendolari attuali non coprirebbero i costi di gestione di un’infrastruttura di tale portata, se non fosse inserita in un contesto di valorizzazione turistica più ampio e attrattivo. Il progetto originario, infatti, prevedeva collegamenti con una vasta gamma di itinerari, dalla Via Flaminia, che attraversa il territorio ternano, alla ciclabile Monte Argentario-Civitanova, passando per la Assisi-Spoleto e la Via dell’Acqua.La decisione di sottrarre fondi a questo progetto articolato, in particolare a comuni del ternano, e persino a Terni stessa, rischia di compromettere la sua stessa fattibilità e di vanificare gli sforzi compiuti finora. Il taglio dei fondi destinati al progetto ciclabile attorno al Lago di Piediluco, per esempio, appare come una scelta arbitraria e penalizzante per un territorio con un enorme potenziale turistico.Si levano dubbi sulla correttezza e la trasparenza di questa decisione, che appare motivata più da logiche di favoritismi locali che da una visione di interesse regionale. Le accuse di una ricompensa elettorale, seppur da verificare, sollevano legittimi interrogativi sull’imparzialità dell’amministrazione.È necessario che la Presidente Proietti riveda urgentemente questo provvedimento, riconoscendo l’importanza strategica del progetto originario e ascoltando le istanze dei territori coinvolti. La mutilazione di un’opera così ambiziosa e condivisa non solo pregiudica lo sviluppo economico e turistico dell’Umbria, ma rischia di erodere la fiducia dei cittadini e dei comuni nell’azione amministrativa.L’Umbria merita un approccio responsabile e lungimirante, che sappia valorizzare il suo patrimonio e promuovere un futuro di crescita sostenibile e inclusivo per tutti. La salvaguardia del progetto Fcu e delle ciclovie ad essa collegate rappresenta un investimento nel futuro dell’Umbria, che non può essere sacrificato sull’altare di logiche di breve termine e di interessi particolari. Un approccio diverso è necessario, altrimenti si rischia di relegare la Ferrovia Centrale Umbra ad un passato di scarsa frequentazione e di bilanci deficitarie.
Fcu: Un’Opportunità Sprecata, Progetto Mutilato e Sviluppo a Rischio
Pubblicato il
