domenica 5 Ottobre 2025
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Fine Vita: Luca Coscioni annuncia disobbedienza civile

L’associazione Luca Coscioni, guidata da Marco Cappato, ha lanciato un appello alla disobbedienza civile mirata a tutelare il diritto all’assistenza medica in fase terminale, un diritto che, seppur faticosamente, ha iniziato a trovare applicazione in Italia.

L’evento, svoltosi a Orvieto e inaugurato durante il 22° congresso dell’associazione, ha sottolineato come, dopo sei anni di lotte e azioni di resistenza civile, sedici individui abbiano ottenuto la possibilità di accedere a cure palliative e aiuti per una morte dignitosa, con due regioni che hanno fissato tempi certi di risposta alle richieste.
Tuttavia, l’associazione denuncia una manovra governativa che, in risposta all’attivazione del diritto costituzionale, rischia di comprometterne la piena attuazione.

Cappato ha espresso forte preoccupazione per una proposta di legge, apparentemente concordata con il Vaticano, che mira a smantellare la normativa vigente.

Questa proposta escluderebbe dal diritto al fine vita coloro che non siano supportati da terapie intensive, escludendo inoltre il Servizio Sanitario Nazionale per affidare la valutazione a comitati di nomina politica, un sistema che solleva seri interrogativi sull’imparzialità e l’accessibilità del servizio.
In risposta a questa situazione, l’associazione Luca Coscioni ha annunciato una strategia di contrasto su più fronti, che coinvolgerà non solo il Parlamento, ma anche le regioni e le aule di tribunale.

La resistenza sarà esercitata attraverso strumenti di nonviolenza, azioni legali e l’attivazione di iniziative popolari a tutti i livelli, mirando a preservare i diritti già acquisiti e a promuovere ulteriori avanzamenti.

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione, ha evidenziato la persistente difficoltà nell’approvazione legislativa del fine vita, che approda per l’ottava volta alla Corte Costituzionale.
Questo scenario riflette un blocco politico che contrasta con l’avanzamento dei diritti, sostenuto dai ricorsi legali, dalle azioni giudiziarie e dall’impegno costante di coloro che rifiutano di accettare sofferenze insopportabili o di essere costretti a cercare soluzioni all’estero.
L’associazione gestisce attualmente 39 procedimenti legali: 24 riguardanti il fine vita (di cui 18 civili e 6 penali) e 15 sulla fecondazione assistita, con particolare attenzione alla gravidanza per altri.
Sono oltre 50 i casi seguiti in fase stragiudiziale e 241 gli accessi agli atti relativi a salute e carcere.
Ad oggi, 16 persone hanno ottenuto il via libera per il suicidio medicalmente assistito, e 11 vi hanno avuto accesso concreto.
La sfida, dunque, è duplice: difendere i diritti esistenti e aprire nuove strade, spaziando dal fine vita alla ricerca scientifica, dalla salute in carcere alla libertà di procreare, un impegno che richiede la mobilitazione e la partecipazione attiva della cittadinanza.

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