domenica 7 Settembre 2025
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Il Cuore di Carlo Acutis: Un Ponte tra Terra e Cielo

Il gesto di portare fisicamente il cuore di Carlo Acutis in Piazza San Pietro, durante la sua canonizzazione, trascende la semplice esibizione di una reliquia.
Rappresenta un atto simbolico di profonda risonanza spirituale, un ponte tangibile tra la terra e il cielo, tra la fede e la testimonianza concreta di una vita intera dedicata al bene.
Custodito normalmente nella Cattedrale di San Rufino ad Assisi, il cuore del giovane beato è stato temporaneamente trasferito, come consuetudine in simili occasioni solenni, per offrire ai fedeli un punto focale di devozione e contemplazione.
Il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, ha sottolineato come la presenza del cuore di Carlo sia motivo di immensa gioia, non solo nel regno celeste, ma anche in Assisi, città legata indissolubilmente alla sua memoria.
La sua morte prematura non ha spento la fiamma del suo spirito, ma l’ha elevato a modello di santità, un esempio luminoso per le nuove generazioni.
Il messaggio che emerge dalla cerimonia è chiaro: la canonizzazione di Carlo Acutis invita a vivere con il cuore, a esprimere amore incondizionato verso Dio e verso il prossimo.

L’espressione “ti amo con tutto il cuore” assume un significato ancora più profondo quando riferita al rapporto con Gesù, un sentimento che, si presume, Carlo abbia nutrito costantemente.
Il cuore, in questa ottica, non è semplicemente un organo vitale, ma il centro dell’essere, il luogo dove risiedono le emozioni più pure e l’amore più sincero.

Portare il cuore di Carlo ad assistere alla sua incoronazione non è un mero atto di formalità.
È un invito a meditare sul significato dell’amore cristiano, un amore che si manifesta attraverso le azioni, attraverso la cura dei più vulnerabili, dei più bisognosi.
Il cuore di Carlo, reliquia custodita nella cattedrale assisi, diventa così simbolo di un amore disinteressato, un amore che si traduce in opere di misericordia e in un impegno costante per la giustizia.
Il vescovo Sorrentino ha esplicitamente invitato i presenti a riflettere su questo legame intrinseco tra l’amore divino e l’amore fraterno, un amore che rende possibile avere un cuore “bello e gioioso che batte per i fratelli, soprattutto i più poveri”.
Questo cuore, ora reliquia sacra, continua a pulsare, ispirando il mondo a seguire l’esempio di Carlo Acutis, un cuore che ha saputo donare se stesso fino in fondo.

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