lunedì 28 Luglio 2025
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Laura Santi: un’eredità di libertà e autodeterminazione.

Il silenzio ha inghiottito Laura Santi, ma il suo eco risuona potente, segnando un capitolo cruciale nella storia dei diritti individuali e dell’autodeterminazione in Italia.

La sua scomparsa, consumatasi con la dignità e la lucidità che l’hanno contraddistinta, non è un epilogo, bensì un punto di partenza.

L’accompagnamento finale, avvenuto tra le braccia del marito e nel calore dell’affetto, è il simbolo di un percorso arduo, un viaggio intriso di ostacoli burocratici e di battaglie legali, magistralmente navigato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni.

Laura, figura poliedrica – consigliera dell’associazione, amica fedele e combattente instancabile – incarnava un’umanità profonda, un desiderio impellente di controllo sul proprio corpo e sulla propria esistenza.

La sua richiesta di accesso al suicidio assistito non era un capriccio, ma la conseguenza inevitabile di una sofferenza divenuta insopportabile, nonostante le cure, l’assistenza e l’amore che l’circondavano.
Si trattava di una rivendicazione di un diritto fondamentale: la libertà di scegliere, in piena capacità di intendere e di volere, il momento e le modalità per concludere un percorso segnato dal dolore.

La vicenda di Laura Santi trascende la dimensione di una storia personale, elevandosi a un atto politico di profonda valenza.
Ha messo a nudo le fragilità del sistema italiano, rivelando come l’esercizio di un diritto già teoricamente garantito possa richiedere un percorso giudiziario estenuante, un accumulo di ricorsi, un’attesa interminabile e la dolorosa necessità di giustificare la propria volontà di porre fine a una sofferenza.

La sua battaglia, culminata con il riconoscimento del suo diritto dopo due anni e otto mesi dalla prima richiesta, ha coinvolto anche la Corte Costituzionale, sollevando interrogativi fondamentali sull’interpretazione dell’articolo 580 del codice penale alla luce della sentenza Cappato.

Filomena Gallo sottolinea che la scomparsa di Laura lascia un’eredità inestimabile: l’impegno a perseguire senza sosta la piena realizzazione del diritto alla libertà di scelta nel fine vita.
L’associazione Luca Coscioni riprenderà il testimone, sostenendo iniziative concrete come la raccolta firme per la legge regionale ‘Liberi subito’ in Umbria, promuovendo una legge nazionale di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, e celebrando un congresso dedicato alla memoria di Laura e di Luca Coscioni a Orvieto, città simbolo del loro impegno civile.
La battaglia di Laura Santi non è finita.

È un monito per un paese che si definisce civile, ma che ancora troppo spesso limita la libertà individuale e costringe i suoi cittadini a confrontarsi con un labirinto burocratico e giudiziario per poter esercitare i propri diritti, soprattutto quando si tratta di scelte delicate e profondamente personali.

Il suo esempio ci invita a riflettere sul significato della dignità, dell’autodeterminazione e del diritto di scegliere, fino all’ultimo istante, il proprio percorso di vita.

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