Con un gesto solenne e carico di significato, la Chiesa cattolica accoglie ufficialmente Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis nell’illustre Albo dei Santi, sancendo la loro venerazione diffusa in ogni angolo del mondo.
La proclamazione, sigillata con la formula latina tradizionale, ha illuminato Piazza San Pietro, segnando un momento di profonda gioia per la comunità ecclesiale e per i fedeli che li hanno amati e imitato nel loro percorso di fede.
La presenza delle reliquie, trasportate all’altare durante la celebrazione, ha reso tangibile il loro legame spirituale con la Chiesa e ha offerto ai presenti un segno concreto della loro santità.
Ma chi erano questi due giovani uomini, e perché la loro canonizzazione suscita un’eco di speranza e ispirazione in un’epoca spesso segnata dalla superficialità e dall’individualismo?Pier Giorgio Frassati, nato a Torino nel 1901, incarna l’eroismo della quotidianità.
La sua vita, apparentemente semplice, è stata un esempio luminoso di fede autentica, carità attiva e impegno sociale.
Membro attivo dell’Azione Cattolica, Frassati ha dedicato la sua esistenza al servizio dei più bisognosi, portando conforto e aiuto materiale ai poveri, agli ammalati e agli emarginati.
La sua profonda fede lo ha spinto a vivere il Vangelo in modo integrale, testimoniando la gioia di essere cristiani in ogni aspetto della sua vita.
La sua morte prematura a soli 24 anni, avvolta nel mistero, non ha attenuato la sua fama di santo, ma anzi ne ha rafforzato il carisma, rendendolo un modello per i giovani che aspirano a vivere una vita pienamente conforme alla volontà di Dio.
Carlo Acutis, invece, è una figura più recente, un ragazzo del XXI secolo, nato a Londra nel 1991 e morto a Milano nel 2006 a causa di una malattia fulminante.
La sua santità è ancor più sorprendente, considerando la sua giovane età e il contesto tecnologico in cui ha vissuto.
Carlo era un appassionato di informatica, ma la sua passione non si è limitata all’utilizzo degli strumenti digitali per scopi puramente ludici o utilitaristici.
Ha utilizzato il web per diffondere la fede, creando siti web e applicazioni che presentavano il Vangelo in modo accessibile e coinvolgente per i giovani.
La sua profonda devozione alla Messa e al Sacramento dell’Eucaristia, unita alla sua intensa vita di preghiera e di penitenza, lo hanno reso un testimone straordinario della potenza trasformatrice della grazia divina.
L’accostamento di queste due figure, apparentemente diverse per epoca e contesto storico, rivela un tema comune: la chiamata alla santità che risuona in ogni cuore umano, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale o dalle circostanze della vita.
Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno dimostrato che la santità non è un privilegio riservato a pochi eletti, ma un cammino aperto a tutti coloro che, con umiltà e perseveranza, si impegnano a seguire Cristo e a testimoniarlo nel mondo.
La loro canonizzazione rappresenta quindi non solo un riconoscimento del loro valore spirituale, ma anche un invito pressante alla Chiesa e al mondo intero a riscoprire la bellezza e la gioia di una vita interamente dedicata a Dio e al servizio del prossimo.