La questione dell’ospedale di Terni si rivela un capitolo doloroso nella storia recente del territorio, un monito alle derive gestionali e alla fragilità delle promesse politiche.
Lungi dall’essere una semplice vicenda amministrativa, essa incarna un fallimento sistemico che ha privato la comunità umbra meridionale di un’opera cruciale per la sua salute e il suo sviluppo.
L’annuncio della posa della prima pietra, previsto per febbraio 2024, si è dissolto nel silenzio di un cantiere fantasma, alimentando frustrazione e disillusione.
Il progetto, concepito sull’impronta del *project financing*, si è dimostrato un modello inadeguato, incapace di garantire la continuità e la qualità dell’investimento.
La bocciatura, da parte della presidente Proietti, ha evidenziato le sue intrinseche debolezze, nonostante un’iniziale e inspiegabile adesione da parte del centrodestra che ha protratto l’agonia dell’iniziativa per ben cinque anni.
Questo lasso di tempo rappresenta una perdita inestimabile in termini di vite potenzialmente salvabili e di opportunità di progresso.
La ripartenza, ora, si configura come un atto di responsabilità verso la collettività.
L’impegno è quello di realizzare un ospedale pubblico all’avanguardia, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche in termini di sostenibilità ambientale e di integrazione con il territorio.
Si tratta di un investimento strategico di primaria importanza per l’intera regione, un’infrastruttura sanitaria capace di rispondere alle mutevoli esigenze di una popolazione in costante evoluzione.
L’iniziativa di apertura al confronto con i cittadini, con la partecipazione della presidente dell’Umbria e della Giunta regionale, costituisce un gesto di trasparenza senza precedenti, un tentativo di ricostruire un rapporto di fiducia compromesso da anni di promesse non mantenute e di scelte discutibili.
Ironia della sorte, questo atto di responsabilità viene ora criticato dagli stessi che in passato si sono sottratti al confronto e hanno contribuito a perpetuare il vuoto.
L’atteggiamento del presidente della Provincia di Terni, che sembra ostruire la realizzazione del nuovo ospedale di Narni-Amelia, suscita ulteriori preoccupazioni e alimenta il sospetto di interessi particolari che si pongono al di sopra del bene comune.
Quest’opera, in particolare, si rivelerebbe un volano di sviluppo per l’intera area, integrandosi strettamente con il presidio ospedaliero di Terni e migliorandone l’efficienza complessiva.
La vicenda dell’ospedale di Terni non può essere dimenticata.
Essa deve fungere da lezione, spingendo verso una maggiore accountability politica, una pianificazione sanitaria più lungimirante e una gestione delle risorse pubbliche più efficiente e trasparente, al fine di garantire a tutti i cittadini umbri il diritto alla salute, un diritto costituzionale inviolabile.