La consigliera regionale Eleonora Pace, leader del gruppo Fratelli d’Italia all’Assemblea Legislativa dell’Umbria, ha espresso la propria decisione di astenersi dal voto referendario di domenica e lunedì, un gesto che trascende la semplice mancata partecipazione e si configura come una critica profonda alle motivazioni e alla gestione della consultazione stessa. La scelta, comunicata all’ANSA, sottolinea la convinzione di Pace che l’iniziativa referendaria appaia, più che un’espressione della volontà popolare, un mero esercizio di contabilità interna per una coalizione politica, con inevitabili ripercussioni economiche negative per i cittadini.La consigliera non esclude la possibilità, seppur remota, di dover esprimere il voto in extremis, in tal caso, ribadisce con fermezza, l’annullamento delle schede espresse. Questa posizione, forte e inequivocabile, riflette una profonda disamina dei quesiti proposti e un giudizio critico sulla loro pertinenza e utilità per il Paese.L’astensione di Pace, più che una semplice decisione personale, si radica in una visione politica che enfatizza l’importanza di un dibattito pubblico costruttivo e di iniziative legislative ponderate. Riconosce l’impegno del Governo Meloni sui temi cruciali del lavoro e della sua sicurezza, evidenziando come tali politiche siano già indirizzate verso soluzioni concrete. In particolare, Pace contrasta l’idea di ridurre i tempi necessari per l’ottenimento della cittadinanza, proponendo invece un’ottimizzazione della burocrazia, semplificando le procedure amministrative una volta acquisito il diritto.La consigliera sottolinea inoltre un dato di fatto innegabile: il Governo sta producendo risultati tangibili, come testimonia la crescita costante dell’occupazione e, soprattutto, la percezione positiva che serpeggia tra i cittadini, ben al di là delle oscillazioni dei sondaggi. Questo riscontro diretto, raccolto nelle piazze e nelle interazioni quotidiane, conferma la validità del percorso intrapreso e rafforza la fiducia nel progetto governativo. L’astensione, dunque, si configura come un atto di dissenso intelligente e mirato, volto a stimolare una riflessione più ampia sulla qualità della democrazia e sulla necessità di un coinvolgimento popolare autentico e costruttivo.
Pace si astiene dal referendum: un atto di dissenso politico
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